Serbia-Kosovo: Krastev (analista), “modificare i confini metterebbe a rischio stabilità e pace dei Balcani”

“Modificare il territorio del Kosovo è molto pericoloso, significherebbe riaprire il Vaso di Pandora nei Balcani, provocando altre pretese territoriali e mettendo a rischio la stabilità e la pace nella regione”. È il commento dell’esperto sui Balcani Nikolay Krastev, giornalista di Bloomberg Tv Bulgaria, rilasciato al Sir dopo le discussioni sul futuro del Kosovo tenutesi nei giorni scorsi che non escludono cambiamenti territoriali. Le avance per ritoccare le frontiere sono arrivate prima dal presidente kosovaro Hashim Thaci che ha proposto di “correggere la frontiera del Kosovo, con l’annessione di tre comuni con popolazione albanese situati nella Serbia del Sud“. A Belgrado invece si parla di dividere il Kosovo secondo il carattere etnico della popolazione, con l’annessione del Kosovo del Nord alla Serbia. Krastev spiega come “all’inizio, dopo l’accordo di Bruxelles del 2013 con l’aiuto dell’Ue si parlava di normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo mentre negli ultimi mesi si discute piuttosto di come dividere il Paese”. “Uno dei problemi – chiarisce l’esperto – è stata la mancata volontà da parte di Pristina di creare l’Associazione dei comuni serbi del Kosovo del Nord, una cosa prevista nell’accordo di Bruxelles”.
A suo avviso, “un ruolo importante nella faccenda gioca anche la Chiesa ortodossa serba che si oppone categoricamente a qualsiasi concessione o riconoscimento di Pristina ribadendo che il Kosovo sia serbo”. Krastev spiega inoltre che “finora la comunità internazionale aveva rifiutato qualsiasi proposta di correggere le frontiere perché questo rinforzerebbe la disintegrazione degli altri Paesi dei Balcani occidentali, soprattutto la Macedonia e la Bosnia-Erzegovina dove ci sono numerose comunità di albanesi e serbi”. “Le ultime dichiarazioni da parte di esponenti europei ed americani però creano perplessità perché sembra che né l’Ue né gli Usa siano contrari a modificare la mappa dei Balcani, basta che non si crei l’effetto domino”.

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