Cattolici e politica: mons. Tardelli (Pistoia), “coltivare un progetto capace di scaldare i cuori dei giovani”

“Sono preoccupato per lo svuotamento della democrazia e per la barbarie che avanza. Ci sono segnali inquietanti e foschi che non ci fanno stare per niente tranquilli, anche perché vanno oltre l’Italia e attraversano i continenti. Ma non serve fare proclami”. Lo ha detto il vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli, in un’intervista rilasciata al Corriere Fiorentino. “Bisogna costruire dal basso una nuova società e con molta umiltà e fatica compiere una vasta e capillare opera di educazione anche ecclesiale, soprattutto nei confronti dei e coi giovani – ha spiegato il presule -, verso i quali abbiamo completamente fallito. Perché a preoccupare e tanto, non sono solo le uscite di questo o di quello, bensì il consenso che vi si coagula attorno”. Il vescovo, parlando della Chiesa, la ritiene “migliore di quello che sembra o di come la si dipinge”, anche se “c’è bisogno di una profonda conversione e di una solida formazione cristiana, a partire da noi vescovi e preti, perché c’è sporcizia nella Chiesa, c’è lassismo, mondanità, travisamento della fede trasmessa dagli apostoli, superficialità, indisciplina e, cosa più grave di tutte, mancanza di amore”. A livello sociale e politico, l’impegno indicato da mons. Tardelli è quello di “costruire un tessuto, una trama sociale”. “Prioritario ritengo che i cattolici, riscoprendo la propria identità, si parlino, si confrontino, senza anatemi reciproci, nel rispetto, nel dialogo, alla ricerca di ciò che è giusto e possibile oggi per il bene comune”. L’auspicio è quello di “coltivare un sogno, un progetto fecondato dalla dottrina sociale della chiesa, aperto a tutti anche ai non cattolici, soprattutto sognato e costruito ogni giorno insieme alle nuove generazioni, capace quindi di scaldare il cuore dei giovani”.

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