Nave Diciotti: l’operatrice di Intersos a bordo, “l’80% sono eritrei, abbiamo cibo ma c’è tristezza e frustrazione”

(da Catania) – “I ragazzi a bordo hanno cominciato a comprendere che la situazione è tesa. Il fatto che non possono scendere dalla nave abbassa l’umore di tutti. Il clima generale è di tristezza, delusione e frustrazione”: lo racconta al Sir Federica Montisanti, operatrice umanitaria del team congiunto Intersos-Unicef, a bordo della nave Diciotti bloccata da lunedì al porto di Catania con 150 migranti per il divieto allo sbarco da parte del Viminale. Insieme alla collega dell’Unicef presta servizio in un progetto per la protezione dei bambini a terra e sulle navi della Guardia costiera Dattilo e Diciotti. Sulla Diciotti, riferisce Montisanti, “l’80% sono eritrei, ci sono due siriani, una somala, bengalesi, ivoriani e un egiziano”. “Dire che sono illegali è sbagliato – puntualizza – . La parola ‘illegale’ non può esistere se esiste la Convenzione di Ginevra che permette a tutti di aver diritto alla procedura per la richiesta di protezione umanitaria. Gli eritrei, ad esempio, hanno almeno diritto alla protezione sussidiaria”. “Abbiamo cercato di spiegare loro cosa succede ma le cornici di riferimento sono diverse – dice l’operatrice di Intersos -. Non siamo stati proprio precisi nella descrizione dei fatti altrimenti se fossero venuti a conoscenza di certe dichiarazioni sarebbe stato peggio. Sono partiti con tante aspettative e speranze,  credendo che l’Italia fosse accogliente. Questa cosa li ha disorientati”. “Per ora è tutto sotto controllo – prosegue -, è stato fatto un imbarco viveri e ne abbiamo a sufficienza per un po’ di tempo. Ma ci auguriamo che non ci porti sfortuna: avere tanto cibo non deve significare stare bloccati qui per due settimane. (Anche se i migranti sono in sciopero della fame, ndr). Si sta facendo il possibile da parte di tutte le istituzioni e realtà coinvolte per rendere la situazione vivibile, nonostante stare su una nave non sia come stare a terra”. Il comandante “si è dimostrato pronto a rispondere a tutte le richieste delle persone a bordo. Attraverso il suo orientamento e determinate decisioni ha permesso che la situazione non peggiorasse, che i migranti si sentissero a proprio agio”. Sulle prospettive di sbarco “per il momento non siamo in grado di fare nessun tipo di ipotesi – risponde -, ne abbiamo fatte tante ma siamo già al terzo giorno e siamo ancora qua. Cerchiamo di non farci illusioni”.

 

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy