Cattolici e politica: Galavotti (storico), “oggi nuove minacce a democrazia”. Margotti (storica), “stagione dissenso breve ma intensa”

“La riflessione dei cattolici sul tema della democrazia è in corso da oltre 50 anni, quando la guerra mondiale, i fascismi e la crisi che ne seguì imposero alla Chiesa una scelta di totale revisione dell’atteggiamento ottocentesco di indifferenza rispetto ai sistemi politici, scelta blindata dal Concilio”. A rimarcarlo è oggi lo storico dell’Università di Chieti-Pescara. Enrico Galavotti, intervenuto alla giornata di studi su “Costituzione, Concilio, Contestazione” nel corso della Settimana teologica del Meic a Camaldoli. Per Galavotti “la ricezione ecclesiale di questo tema è ancora in corso e oggi deve fronteggiare nuovi pericoli e nuove minacce per la democrazia”. La storica Marta Margotti, dell’Università di Torino, ha riconosciuto il forte impatto dei movimenti del dissenso cattolico italiano negli anni della contestazione. “Quella del dissenso cattolico in Italia – ha detto – è stata una stagione molto breve ma molto intensa, che aveva l’obiettivo di riformare la Chiesa e di rivoluzionare la società, con un legame fittissimo tra questi due elementi”. Per la storica, “i cambiamenti che riuscirono a introdurre furono molto limitati, perché le proposte di riforma della Chiesa erano radicali e segnate dalla volontà di ritornare alla radicalità evangelica, ma certamente favorirono la ricezione del Concilio in Italia”. Questo, ha concluso, “avvenne in una forma più moderata di quanto avrebbero voluto ma ciò permise che anche in Italia arrivassero quelle spinte al cambiamento della Chiesa e della società che il Concilio aveva ospitato”.

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