Ilva: mons. Santoro (Taranto), “stop a incertezza, definire la questione della gara”

“Se la gara è stata sbagliata si rifaccia, se corretta si vada avanti. Non si può continuare nell’incertezza. Bisogna arrivare a un punto che definisca la questione”. Lo ha detto l’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, intervenendo sulla gara per la vendita dell’Ilva, oggi pomeriggio, al Meeting di Rimini. Parlando della condizione del Sud Italia, il presule ha ribadito “l’assenza di una precisa strategia politica” per lo sviluppo. Quindi, ha segnalato la necessità di puntare sul “fattore educativo”. Concentrandosi sul caso Ilva, l’arcivescovo ha affermato che “va profondamente riformata, ma non va chiusa”. “Si apra il cammino dell’innovazione tecnologica”. Poi, lo sguardo si è spostato sulla vicenda dei “braccianti agricoli nel foggiano, costretti al caporalato”. “A loro non è concessa alcuna dignità”. Quello da promuovere è invece un “lavoro degno”, che “rende l’uomo felice”. Per realizzarlo, è necessario “offrire un contenuto educativo”. E, nel caso del Sud, “investire sul territorio per evitare le migrazioni dei giovani”.

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