Crollo ponte a Genova: Toti (commissario emergenza), “Regione parte civile, no a nazionalizzazione autostrade”

(da Rimini) “In ogni stato di emergenza il governo nomina un commissario e, data l’estensione e la complicatezza delle materie, che sono tipicamente quelle regionali, è ovvio che si sia pensato di far coincidere il presidente della Regione con la struttura commissariale che gestirà tutte le materie che sono nell’ordinanza di protezione civile firmata ieri”. Lo ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, a proposito della sua nomina a commissario per l’emergenza per il crollo del ponte Morandi a Genova, parlando con i giornalisti a margine del Meeting di Rimini. “Non tutto può essere ricondotto all’emergenza di protezione civile. Serviranno strumenti particolari per accelerare la ripresa. L’Italia è molto brava nelle emergenze del momento, grazie alla generosità e la professionalità di tante persone – ha aggiunto Toti -. Molto spesso si impantana quando si tratta di ricostruire. A Genova non può essere così. L’ho detto al premer Conte e ai ministri che ci sono venuti a trovare”. Il presidente “non esclude” che la Regione si possa costituire parte civile nel processo per accertare le responsabilità del crollo. “Aspettiamo di conoscere come la Procura della Repubblica intenderà impostare questo processo. I periti sono stati nominati. Ora c’è tutta una fase d’istruttoria. La Regione certamente sarà presente per garantire che non siano morti tanti liguri e tanti cittadini italiani per qualcosa di cui non si sa il perché”. Toti ha anche annunciato che chiederà al governo che “gli enti locali abbiano il diritto di far parte delle commissioni di controllo sulle infrastrutture e sulle concessioni che insistono sui loro territori”. “Non possiamo lasciare tutto solo al governo centrale”. A proposito dell’ipotesi di nazionalizzazione del servizio delle autostrade, il presidente della Regione Liguria l’ha bocciata. “Non credo che sia la strada migliore, mi sembra una nostalgia da prima Repubblica. Lo Stato deve controllare che chi gestisce i suoi beni, sia privato sia pubblico, lo faccia bene e in sicurezza. Non trasformarsi in un gestore, perché quando lo ha fatto non abbiamo avuto buoni risultati né di efficienza del servizio né di equilibrio dei conti”.

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