50° Medellín: Luciani (teologo), “in Papa Francesco i frutti di quei giorni, nei quali si visse una vera sinodalità ”

“La Conferenza di Medellín rappresentò il momento culminante di un cammino di 15 anni di dibattito, nel corso di una stagione che vide la nascita del Celam, il Consiglio episcopale latinoamericano. In quella Conferenza si vide una Chiesa già adulta, con delle proposte proprie, a partire dall’opzione preferenziale per i poveri”. Si esprime così, intervistato dal Sir, il teologo venezuelano Rafael Luciani, docente di teologia al Boston College, coordinatore e animatore del Progetto ispano-americano di teologia, attraverso i quali negli ultimi due anni numerosi teologi hanno riflettuto insieme sull’attualità della Conferenza di Medellín (25 agosto – 8 settembre 1968) il cui cinquantenario verrà nei prossimi giorni celebrato nella metropoli colombiana con un Congresso latinoamericano promosso tra gli altri dal Celam e dalla locale arcidiocesi. Prosegue Luciani: “In nessuna parte del mondo, cinquant’anni fa, le Chiese nazionali lavoravano insieme. Accadde in America Latina, grazie anche alle intuizioni di vescovi come mons. Manuel Larraín (cileno, vescovo di Talca, morto nel 1966, due anni prima della Conferenza, tra i fondatori del Celam, ndr). Oggi nel pontificato di papa Francesco si vedono i frutti di quella stagione”.
Il teologo vede in Francesco “l’ultimo anello di una catena che iniziò in quel periodo, e che vide anche l’importante contributo di papa Paolo VI, l’autore della Popolorum Progressio, che proprio nella visita che fece in Colombia in occasione della Conferenza di Medellín, fu il primo Papa a incontrare, a Bogotá, una delegazione di campesinos. Oggi papa Francesco mette i poveri al centro della Chiesa, valorizza i movimenti sociali, pensa a una riforma della Chiesa basata sulla sinodalità”.

Proprio la sinodalità è, secondo Luciani, l’aspetto di maggiore attualità della Conferenza di Medellín: “Essa non è solo la realizzazione di Sinodi, ma uno spirito e un modo di procedere di tutta la Chiesa, nella valorizzazione di tutti i suoi membri. La Conferenza di Medellín rappresentò in questo senso un momento molto forte. Aprì canali di discussione tra la base e la gerarchia. La sinodalità implica dialogo e ascolto in tutte le sue dimensioni, compresa la liturgia”. In tale contesto, “il Sinodo Panamazzonico del prossimo anno rappresenta una grande speranza. Sarà fondamentale l’inclusione dei soggetti e l’individuazione di distinti ministeri”.
Il teologo vede con favore il fiorire di dibattiti e convegni sul 50° di Medellín, compreso il Congresso promosso dal Celam, organismo “chiamato a ripensarsi” in fedeltà alla sua storia di “organismo profetico” e in riferimento al magistero di papa Francesco. Luciani fa notare il lavoro di questi ultimi anni portato avanti dal Celam “nella formazione teologica e pastorale e nella formazione biblica”.

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