Siccità: consorzi irrigui, “se continua così, in vista misure di razionamento”

Dopo le grandi piogge e adesso il gran caldo, inizia a profilarsi lo spettro della siccità. I primi segnali sono stati registrati dall’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi), che in una nota spiega: “E’ soprattutto al Nord, che si evidenzia l’Italia ‘assetata’ dal gran caldo dell’estate 2018: i laghi Maggiore e Garda sono sotto la media del periodo, mentre in Emilia Romagna le disponibilità idriche negli invasi sono dimezzate in un solo mese”. Situazione già difficile in Friuli Venezia Giulia dove gli addetti ai lavori parlano chiaramente “di rischio siccità dopo alcuni precedenti, sporadici segnali d’allerta (dalla Lombardia alla Calabria)”. A dare per ora le preoccupazioni più forti sono il Tagliamento e il torrente Torre, principali fonti di alimentazione della fitta rete di canali, che solcano il territorio del Medio Friuli (oltre 44mila ettari irrigati). In particolare, il Consorzio di bonifica Pianura Friulana, ha già annunciato problemi di approvvigionamento idrico. “Nel caso perdurasse la situazione di deficit idrico – spiega comunque Anbi -, sono previste misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua a fini irrigui, già sperimentate nelle annate 2003 e 2006”. Mentre Francesco Vincenzi, presidente di Anbi, ha aggiunto: “Se finora tali misure non si sono rese necessarie, è grazie anche all’attuazione del programma di investimenti pubblici, stanziati dopo le annate 2003 e 2006, attraverso i quali, vasti territori sono stati oggetto di conversione irrigua (da scorrimento a pressione), garantendo un risparmio idrico pari a circa il 50%”.

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