Arresti sfruttamento immigrati: Caritas Latina, “situazione a danno di altre persone ma anche del territorio”

“La Caritas della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno esprime il suo rammarico per questa grave situazione che va a danno di altre persone ma anche della stesso territorio”. Lo ha dichiarato Angelo Raponi, direttore della Caritas diocesana, a proposito delle due operazioni della Questura di Latina, a pochi giorni l’una dall’altra, che hanno riportato alla luce il tema dello sfruttamento degli immigrati stranieri in agricoltura nella zona pontina. Raponi ha espresso poi “la massima solidarietà nei confronti di questi e altri braccianti agricoli che ogni giorno vengono sfruttati nelle campagne pontine per raccogliere i prodotti che poi troviamo anche sulle nostre tavole”. La Caritas pontina già da anni è impegnata su questo fronte, in particolare “con un forte invito al rispetto della dignità del lavoratore ma soprattutto della persona stessa; ciò significa assunzioni in regola, pagare il giusto stipendio ai braccianti, rispettare le normative sulla sicurezza e igiene del lavoro; rispetto delle regole del mondo del lavoro cui invitiamo, ovviamente, per la sua parte anche lo stesso dipendente”. Accanto a questa opera di sensibilizzazione, la Caritas diocesana ha avviato anche “segni concreti che testimoniano l’attenzione della comunità ecclesiale pontina a questo tema”. “Dal 2014, presso il nostro Centro di ascolto diocesano, abbiamo attivato uno sportello legale per gli immigrati, e sono già decine i casi seguiti dai nostri avvocati – informa una nota -. Poi, dal 2016 siamo entrati nel progetto presidio, di Caritas Italiana, attivando un sportello permanente (nel nostro caso un container) a Borgo Hermada (Terracina), dove i nostri volontari e operatori specializzati assicurano ai lavoratori impiegati nel settore agricolo e in evidente condizione di sfruttamento, un luogo di ascolto, di orientamento e di tutela rispetto alla loro situazione giuridica, sanitaria e lavorativa. A oggi, oltre 120 persone sono state ascoltate e accompagnate in un percorso di legalità e giustizia”.

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