#PerMilleStrade: don Ban (Triveneto), sui luoghi della guerra per superare i confini ed essere uomini di pace

Centododici chilometri in sei giorni, partendo dalla Slovenia e passando per la valle dell’Isonzo, attraverso i luoghi della Grande Guerra, dove è stato versato tanto sangue, per imparare cosa significa “essere uomini e donne di pace”. Oppure a piedi verso le grandi Cattedrali per andare “alle radici della fede”. Perfino in bici e in canoa. “Per mille strade” è stata “una trovata geniale per conoscere le persone nella loro verità, accoglierle come sono, avere una meta e canalizzare le energie per raggiungerla, dare un senso ai luoghi e rileggerli, al di là delle informazioni turistiche e storiche, per la nostra vita”, spiega don Nicola Ban, incaricato della pastorale giovanile del Triveneto. Nonostante la “fatica e la paura di non farcela”, per tutti è stata “un’esperienza forte, senza grandi discorsi, dove l’essenziale ha aiutato a capire che così la fede ha più senso”. Ma è stata anche un’occasione per sperimentare la ricchezza della comunione. “Nel gruppo di Gorizia – racconta – ci sono giovani di lingua italiana e di lingua slovena. Lungo il percorso, poi, abbiamo fatto tappa in una comunità per stranieri minori non accompagnati: è stato un incontro interessante, anche per comprendere cosa significa superare i confini per poter arrivare da un’altra parte”. A prescindere dai programmi e dagli itinerari scelti, “ogni diocesi del Triveneto ha cercato di dare un senso spirituale al proprio territorio e ha sperimentato che, camminando insieme, si costruiscono legami forti, anche tra gruppi diocesani”. Significativa infine per i ragazzi la partecipazione dei vescovi che, condividendo il cammino, “sono stati i pastori di cui parla papa Francesco, quelli cioè con l’odore delle pecore”.

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