Incontro Bari: Tawadros II al Sir, “bandire gli insegnamenti errati di odio e di non accettazione dell’altro”

“Vorremmo che tutti nel mondo capissero che il cristianesimo è profondamente radicato nella regione del Medio Oriente, quindi è importante che vi chiediamo di comprendere le nostre tradizioni e i principi su cui viviamo. Per favore, non interferite negli affari interni dei nostri Paesi. Noi possiamo risolvere i nostri problemi nello spirito dell’amore, del dialogo e della comprensione”. E’ questo il “messaggio” che i Patriarchi di tutto il Medio Oriente nel loro insieme vogliono lanciare da Bari al mondo e alla comunità internazionale in nome delle loro nazioni e dei loro popoli. Lo dice in un’intervista al Sir Papa Tawadros II, patriarca della Chiesa copto-ortodossa d’Alessandria, alla vigilia della Giornata di riflessione e preghiera per la pace in Medio Oriente. Papa Tawadros è uno dei Patriarchi ad aver risposto all’invito di Papa Francesco. “Il Medio Oriente – spiega il Capo dei copto-ortodossi – è il luogo di nascita del cristianesimo, già a partire dal primo secolo, e dalle nostre terre si è poi diffuso in tutto il mondo. I cristiani del Medio Oriente sono autentici testimoni di Cristo. Nonostante tutti gli anni delle persecuzioni, sono rimasti forti e non hanno mai temuto la morte nel nome di Gesù Cristo. I cristiani del Medio Oriente hanno affrontato diverse forme di persecuzione e si sono sempre affidati alla preghiera. Queste persecuzioni hanno ulteriormente rafforzato la fede dei nostri credenti e hanno mantenuto forte la loro relazione con la Chiesa e con Dio”. In un contesto così ingarbugliato come il Medio Oriente, non c’è altra via di pace se non quella che passa attraverso l’educazione delle nuove generazioni. “Per raggiungere la pace – dice Tawadros II -, ogni individuo deve avere la pace interiore in se stesso. Inoltre, tutti gli insegnamenti errati di odio e di non accettazione dell’altro devono essere banditi. Alle nuove generazioni bisogna insegnare ad amarsi a vicenda, ad accettare le differenze e a vivere in una comunità piena di diversità”.

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