Diocesi: mons. Crociata (Latina), il cattolico in politica “cerca il bene di ogni persona e di tutta la persona secondo il disegno di Dio”

Una precisa e articolata analisi del cattolico e del suo ruolo in politica e nei processi decisionali per la collettività. È in questi termini che il vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, Mariano Crociata, ha tenuto ieri sera a Latina il suo intervento all’incontro pubblico che le associazioni del Forum 015 hanno organizzato sul tema “Una visione condivisa per il futuro – i cattolici nelle organizzazioni per lo sviluppo della comunità”. Il Forum 015 riunisce le esperienze ispirate dalla cultura cristiana e dalla dottrina sociale della Chiesa per cucire nel territorio reti di sviluppo in comunità coese. Un’iniziativa voluta dalle articolazioni pontine di Acli, Coldiretti, Confartigianato Imprese, Confcooperative e Compagnia delle opere di Roma e del Lazio. “Cattolico è chi cerca il bene di ogni persona e di tutta intera la persona secondo il disegno di Dio in Cristo”, ha esordito mettendo in guardia dalla separazione tra fede e vita che è “alla radice di ogni tradimento della fede cristiana”. Legando con un filo continuo la “Rerum novarum” di Leone XIII alla “Laudato si'” di Papa Francesco, per mons. Crociata “la responsabilità che il cattolico sente e sa di avere è per la persona umana in tutti coloro che incontra e nella totalità delle sue dimensioni, materiali, psichiche, morali e spirituali. Con la dottrina sociale il senso cattolico della fede riprende pienamente respiro” e “si comprende perché un cattolico deve impegnarsi negli ambiti del sociale, ma anche come farlo, alla ricerca di un bene complessivo e integrale che si racchiude nella formula ‘ecologia integrale’ (LS 137), da cui si coglie che cura della persona e cura dell’ambiente vanno di pari passo”. Formazione e partecipazione le due parole d’ordine. Infine un monito: “Ci vuole cuore per volere il bene della propria città e della propria gente, altrimenti si diventa speculatori o sciacalli sulle spalle delle fasce più deboli della collettività”.

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