Agenda 2030: Burbo (Gcap-Italia), “ripartire da diritti umani per ricostruire regole economia, società e politica”

Bisogna ripartire dai diritti umani presenti nella Dichiarazione che introduce l’Agenda 2030. I diritti non sono solo una rete di sicurezza e salvataggio degli esclusi, è necessario riaffermarne il loro ruolo nel ricostruire le regole di funzionamento di economia, società e politica”. Non ha dubbi Stefania Burbo, co-portavoce di Gcap-Italia, che oggi ha presentato a Roma il 1° Rapporto di monitoraggio dell’Agenda 2030 “Sviluppo sostenibile: per chi? Una visione critica per la coerenza delle politiche italiane ed europee”. In questo quadro, secondo Burbo, “è necessario riflettere sul tema della diseguaglianza: non solo in termini di inclusione, pure necessaria, delle fasce sociali emarginate, ma anche in termini di sistema che produce una crescente distanza tra i ceti più ricchi e quelli più poveri della società”.
Sei i capitoli del Rapporto che si concentra sulla disuguaglianza di genere, sul lato oscuro del Made in Italy della moda, sulle politiche del commercio internazionale (grandi concentrazioni di potere contro piccole e medie imprese). E ancora: politiche migratorie “applicate – si legge nel testo – con l’intento di contenerne i flussi, senza considerare l’universalità dei diritti e di una vita dignitosa per tutti/e, ad iniziare dalle persone più vulnerabili nelle nostre città assieme a quelle in ricerca di protezione”, e necessità di “includere la transizione giusta nell’intreccio della politica economica, sociale ed ambientale verso un’economia diversa, rispettosa dei limiti del Pianeta e della necessità di salvaguardare il lavoro”. L’ultimo capitolo approfondisce la questione di un’economia di pace come condizione irrinunciabile per uno sviluppo autenticamente sostenibile. Per i curatori del Rapporto, occorre “migliorare i meccanismi di monitoraggio dell’Agenda 2030, inserendo un’attenzione specifica ai temi della coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, come, ad esempio, l’istituzione di un Comitato interministeriale ad hoc”. Fondamentale, tuttavia, “che sia l’attuazione che il monitoraggio dell’Agenda 2030 siano costruite con la partecipazione dal basso, con il coinvolgimento delle persone più vulnerabili e marginalizzate”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo

Informativa sulla Privacy