Famiglia: card. Farrell, “capaci di generare relazioni virtuose nella società”

“La famiglia, infatti, non è un’istituzione cattolica, ma una dimensione antropologica che appartiene a tutte le società e a tutte le religioni. Ciò che la fede cristiana aggiunge alla realtà familiare è, piuttosto, la consapevolezza della sua specifica missione nel mondo grazie alla presenza di Cristo nel sacramento nuziale”. Lo scrive il card. Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, sul numero di agosto-settembre di Vita Pastorale, anticipato al Sir. Il porporato sottolinea che “dalla famiglia scaturisce un bene sociale capace di generare speranza”. E indica “ciò che la caratterizza”, alcuni “beni intrinseci, che qualificano il modo di essere proprio dei soggetti familiari”. Il card. Farrell ne conta quattro: la reciprocità, il dono, la stabilità e la solidarietà, “capaci di generare relazioni virtuose nella società”. “Le famiglie stabili generano – sottolinea il porporato – solidarietà inter-generazionale e hanno una minore incidenza di rischio di devianza nei figli adolescenti, rispetto ai figli di genitori soli o di coppie conviventi o separate”. Altra ricaduta della famiglia sulla società riguarda il mondo del lavoro. Infatti, il cardinale segnala come sia capace di generare “relazioni di fiducia, cooperazione e reciprocità che si trasformano in virtuosismi nel mercato e che essa è in grado di creare tanto al proprio interno quanto nella rete di relazioni esterne”. La famiglia, è considerata, dunque, “il primo fattore di umanizzazione delle persone e della vita sociale”. “È fonte di valore sociale aggiunto, non solo in quanto genera figli, ma anche e soprattutto in quanto capace di generare un tessuto che, nello spazio pubblico, richiede valori e regole di vita umana, promuovendo il bene comune”.

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