80° leggi razziali: Segre (senatrice), “costante minaccia che può riproporsi in altre forme”

“Le leggi razziali fasciste non sono soltanto una dolorosa memoria storica, sono una costante minaccia che può riproporsi in altre forme”. Lo dice la senatrice a vita Liliana Segre in un’intervista pubblicata dal numero di agosto-settembre di Vita Pastorale, anticipato al Sir. “Avverto su di me l’enorme compito e la grave responsabilità di tentare, pur con tutti i miei limiti, di portare nel Senato della Repubblica, voci ormai lontane, che rischiano di perdersi nell’oblio”, aggiunge Segre. Il riferimento è a “quelle di migliaia d’italiani, della piccola minoranza ebraica, che nel 1938 subirono l’umiliazione di essere degradati dalla patria che amavano; e che furono espulsi dalle scuole, dalle professioni, dalla società dei cittadini ‘di serie A’”. Segre è consapevole del fatto che “la mia nomina non è una benemerenza, come tante altre che ho ricevuto”, ma è “una investitura vera e propria, che va al di là della mia persona”. Guardando all’attuale situazione dell’accoglienza dei migranti, la senatrice afferma che “il silenzio delle frontiere chiuse è tremendo, è un silenzio assordante in cui giocano l’indifferenza, l’egoismo, i calcoli economici”. Il suo sguardo è rivolto all’Europa, che “deve mettere le carte in tavola per trovare soluzioni urgenti, non più rinviabili”. Riferendosi alle “tante situazioni difficili, spesso drammatiche di oggi, frutto di un’indifferenza che è diventata un ‘credo’”, sostiene che a molti importi “soltanto il dio denaro, che ha svuotato le coscienze”. Segre rivendica, inoltre, di aver lanciato “un progetto di legge per contrastare l’hate speech,(discorso sull’odio)”. “Oggi l’odio è divenuto una specie di pandemia che ha raggiunto livelli incredibili”.

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