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Nicaragua: 448 vittime in cento giorni di manifestazioni. Oggi altra giornata di preghiera e digiuno

Sono 448 le vittime degli scontri di questi mesi in Nicaragua. Il dato è stato reso noto ieri dall’Associazione nicaraguense pro-diritti umani (Anpdh). Il rapporto mette in evidenza che tra queste vittime, 31 sono relative a minori di 17 anni, mentre i feriti sono 2.830 e le persone imprigionate 718. La maggioranza dei morti si registra nella capitale Managua: 189. Altre città particolarmente colpite sono Masaya (55 vittime), Matagalpa (32), León e Carazo (28), Jinotega (19) ed Estelí (17). In otto casi su dieci la morte è stata provocata da armi da fuoco. La violenza ha subito una forte escalation nelle ultime settimane: 97 sono infatti le vittime a partire dall’11 luglio, data della precedente informativa dell’Anpdh. I dati sono stati diffusi proprio nel giorno in cui si celebravano i cento giorni delle manifestazioni antigovernative. Intanto oggi, per il secondo venerdì consecutivo, la Chiesa del Nicaragua ha convocato una Giornata di riparazione e intercessione per la pace e la riconciliazione, chiedendo il digiuno e distribuendo in tutto il Paese un’apposita preghiera di affidamento. È prevista per domani, invece, una manifestazione di solidarietà alla Chiesa e in particolare ai vescovi, nelle ultime settimane particolarmente sotto attacco da parte dei paramilitari. Le forze speciali continuano a presidiare le due città che più di altre si erano ribellate al regime: Masaya e Jinotega.

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