Migranti: p. Baggio (Santa Sede), “per coniugare migrazione e sviluppo serve lungimiranza dei leader, oggi non c’è”

“Migrazione e sviluppo dovrebbero nutrirsi di lungimiranza e non della ‘corto-miranza’ come si nota nei leader di questo nostro tempo”: lo ha detto padre Fabio Baggio, sottosegretario delle Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il servizio allo sviluppo umano integrale, nel suo intervento alla Summer School “Mobilità umana e giustizia globale”, organizzata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con lo Scalabrini International Migration Institute (Simi), la Fondazione Migrantes, la Fondazione Ismu e l’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (Ascs).  L’iniziativa annuale si è svolta dal 23 al 26 luglio 2018 a Santa Maria di Leuca, in provincia di Lecce, sul tema “Il lavoro che m(n)obilita. Constatare la marginalità, valorizzare il potenziale, promuovere lo sviluppo”. “Il nesso migrazione e sviluppo nasce negli anni ’60: c’era chi la negava in toto, accanto a chi vedeva invece, in particolare nel fenomeno in crescita esponenziale delle rimesse, un segno di un positivo contributo allo sviluppo – ha detto padre Baggio -. Oggi dopo un lungo percorso si è arrivati alla ‘Dichiarazione di New York’ (settembre 2016), punto di riferimento che ci sta accompagnando verso il Global Compact on Migration”. Il sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati ha osservato che “l’esperienza migratoria può divenire purtroppo una forza distruttiva per la separazione di famiglie e non occasione di sviluppo, per nessuno. Esiste però un mantra indotto e che nutre numerosi miti tra le persone con un background migratorio incanalandoli in concetti preconfezionati di sviluppo. Quest’ultimo comincia invece da piccoli step, è localizzato, sostenibile, non è solo di qualcuno, ma di molti ed ovviamente necessita di una congiunzione socio-politica virtuosa”. Per Laura Zanfrini, docente di sociologia delle migrazioni all’Università Cattolica del Sacro Cuore, “gli immigrati sono divenuti, loro malgrado, gli ingranaggi di un circolo vizioso di progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro e di reddito”. “Garantire l’uguaglianza delle opportunità e le condizioni di un lavoro decente e dignitoso per tutti – ha concluso Zangrini – è un passaggio fondamentale per valorizzare il potenziale dell’immigrazione e promuovere una convivenza pacifica e solidale”.

 

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