Libertà religiosa: Pompeo (segretario di Stato Usa), “elemento fondamentale per tutte le società libere”

(da New York) Si conclude con un arrivederci il primo “Ministerial to advance Religion Freedom”, incontro internazionale sulla libertà religiosa a Washington fortemente voluto dall’amministrazione Trump. Ad annunciare una seconda edizione, il prossimo anno, è il segretario di Stato Mike Pompeo, che ha chiuso i lavori di questi tre giorni dedicati alle persecuzioni e alle violenze per motivi religiosi. Allo stesso tavolo si sono susseguiti testimoni, rappresentanti di tutte le religioni e delegati governativi di 80 Paesi, tutti motivati da una profonda fede. Pompeo ha dichiarato che “la libertà religiosa è un diritto universale dato da Dio a cui tutti hanno diritto ed è un elemento fondamentale per tutte le società libere”. Proprio in virtù dell’interesse suscitato da questo tema e delle proposte emerse, l’appuntamento sarà ripetuto il prossimo anno. Pompeo ha voluto raccontare la sua personale esperienza religiosa, che è una delle ragioni che lo hanno convito a promuovere l’incontro. “Come americano, sono stato benedetto dal diritto di vivere ciò in cui credo senza timore di persecuzioni o rappresaglie da parte del mio governo – ha spiegato -. Voglio che anche tutti gli altri godano di questa benedizione”. A seguito delle testimonianze di alcuni sopravvissuti ai genocidi religiosi in Iraq, Pompeo ha spiegato che il suo dipartimento “sta fornendo ulteriori 17 milioni di dollari per lo sminamento nella regione di Ninive in Iraq, un’area dove risiedono vaste minoranze religiose. La cifra si aggiunge ai 90 milioni che abbiamo fornito a tutto il Paese durante quest’anno”.

Il segretario di Stato ha poi condensato in cinque punti lo sforzo diplomatico del governo americano. Il primo è stato l’annuncio dell’International Leadership Program, un progetto di dieci giorni che convoglierà negli Usa tutti coloro che lavorano in prima linea sulle questioni relative alla libertà religiosa, in modo da promuovere azioni di sostegno e protezione delle minoranze religiose. Il secondo interpella il Dipartimento di Stato che, il prossimo ottobre, ospiterà il seminario Boldline per favorire partnership pubblico-private che promuovono e difendono la libertà religiosa in tutto il mondo (su challenge.gov c’è l’invito ad inviare proposte). Il terzo punto incoraggia la continuità dell’esperienza di Washington che potrà moltiplicarsi in conferenze regionali e gli Stati Uniti si offrono di sostenere chiunque intenda offrire questo spazio. Al Fondo internazionale per la libertà religiosa, un fondo comune con altre nazioni dedicato ai difensori della libertà religiosa e alle vittime di persecuzioni, è riservato il quarto punto; mentre l’ultimo illustra la dichiarazione di Potomac, un documento in cui gli Usa confermano il loro impegno a difesa della libertà religiosa e invitano gli altri Paesi a fare altrettanto.

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