Grecia: mons. Rossolatos (Atene), “c’è paura di non farcela e di perdere quel poco che hanno”

L'arcivescovo di Atene, mons. Sebastianos Rossolatos (Foto Sir/Rocchi)

(da Atene) “Usciremo dal memorandum ma le restrizioni rimarranno. Nel 2019, e forse anche nel 2020, subiremo altri tagli alle pensioni e aumenti ai contributi assicurativi. Non si parla di diminuzione di tasse e di agevolazioni. La situazione è grave e non vediamo nessuna luce sicura in fondo al tunnel”. Così l’arcivescovo di Atene e presidente dei vescovi cattolici greci, mons. Sebastianos Rossolatos, commenta al Sir la prossima uscita della Grecia dal programma di salvataggio della Troika, fissata per il 20 agosto. “Rilancio dell’occupazione, investimenti, e attenzione ai giovani” sono, per il presule greco, le priorità che attendono il Governo ora che la Grecia è chiamata a camminare da sola anche se sotto l’attenta vigilanza dell’Europa determinata a far rispettare il piano di tagli e riforme necessario perché il Paese ellenico rientri del suo debito pubblico e risani le finanze. “Non so se il Governo riuscirà nel suo intento di far crescere gli investimenti e finanziamenti con politiche alle imprese in modo da produrre occupazione – ammette mons. Rossolatos – il turismo, per quanto voce importante della nostra economia, non basta a rimettere in sesto i conti. Gli imprenditori e i dipendenti pagano allo Stato oltre il 60% di tasse. Difficile ripartire con questi fardelli”. Otto anni di sacrifici hanno fiaccato il Paese e, dice l’arcivescovo, “ora il sentimento più comune tra i greci è la paura di non farcela, di perdere anche quel poco che è rimasto loro. Tanti anni di restrizioni e sofferenza hanno prodotto cicatrici che non sappiamo se e quando si rimargineranno”. Da qui l’appello dell’arcivescovo alle Chiese europee: “Non abbandonateci. Non fate mancare l’aiuto alla nostra Chiesa. Solo così potremo continuare a fare fronte ai bisogni delle persone in difficoltà e all’accoglienza dei migranti. La crisi greca non è finita. I tagli e le tasse ci hanno impoverito ancora di più. Non sappiamo cosa fare”.

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