Nuovi cardinali: Petrocchi (L’Aquila), “Chiesa struttura capovolta rispetto alla prospettiva mondana, governare vuol dire servire”

“Governare vuol dire servire, l’arricchirsi coincide con il diventare povero, e l’essere ‘primi’ comporta il farsi ‘ultimi’”. Lo ha​ detto il card. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo di L’Aquila, nella sua prima messa celebrata ieri in città dopo essere stato creato cardinale. Condividendo l’immagine che raffigura la Chiesa come una “piramide rovesciata”, il porporato ha affermato che “si tratta di una struttura ‘capovolta’ rispetto alla usuale prospettiva ‘mondana’”. “Nella Chiesa chi più si avvicina al ‘vertice’, che è orientato verso il basso, tanto più cala di livello. Inoltre, sulla punta della piramide rovesciata, si scarica il peso dell’intera struttura – ha spiegato –, mentre, nell’altro assetto, quello mondano, il peso delle classi superiori grava sulla base”. Un dinamismo di “progressivo abbassamento” che, secondo il card. Petrocchi, “nella Chiesa non è accessorio ma costitutivo”, perché “riflette l’itinerario percorso dal Signore, Verbo-fatto-carne”. Quindi, chi riveste un’autorità, nella comunità cristiana, “ha l’obbligo di servire di più”. “La dedizione, fino al dono della vita, deve essere direttamente proporzionale all’incarico di governo ricevuto”. A proposito dell’ingresso nel Collegio cardinalizio, l’arcivescovo ha affermato che “esige di essere pienamente sintonizzati e sincronizzati sul pensiero e sulla volontà del Papa, in modo da essere ‘ponti’ affidabili che favoriscono il ‘transito comunionale’ nelle due direzioni di marcia: dal Papa verso le periferie e dalle periferie verso il Papa”. Per questo motivo, “la vocazione primaria del Collegio cardinalizio è quella di costituire un ‘presidio di unità’ attorno al Papa, garantendo al Successore di Pietro, la piena comunione: in tutto, nonostante tutto, sopra tutto”.

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