Diocesi: mons. Caiazzo (Matera-Irsina), “restituire ai giovani quei sogni che stanno vedendo naufragare”

“Questo è il tempo in cui si richiede la presenza di cittadini e cristiani adulti, capaci di agire e operare in nome della libertà che ci rende tutti più forti e autentici, più corresponsabili e impegnati a favore di una terra che chiede solo di essere amata, custodita, valorizzata, disintossicata”. Lo ha detto ieri l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, nel messaggio-omelia che ha pronunciato durante l’incontro dedicato alle autorità civili e militari che tradizionalmente viene realizzato il giorno precedente alla celebrazione della festa patronale della Madonna della Bruna. Indicando il compito principale della Chiesa, il presule ha affermato che è quello di “non escludere nessuno”. L’invito è quello di “vincere la tentazione della paura provocata da chi denuncia demagogicamente. I poveri ci sono, così come i disoccupati, gli immigrati, i senza casa, gli sfruttati, i depressi. A chi fanno paura questi volti umani che formano l’unico volto di Dio fatto uomo?”, si è chiesto l’arcivescovo. Che ha indicato il “compito della politica”: “Aiutare la città a essere più abitabile, favorendo l’incontro tra uomini, tra culture diverse, tra credo religiosi diversi, costruendo rapporti umani, in cui si viva la mondialità, evitando gli scarti”. “Non esistono uomini autoctoni di serie A e uomini disperati di serie B. Esiste l’uomo: non vengono prima gli uni e poi gli altri”. “Gesù – ha aggiunto mons. Caiazzo – non fa preferenze di persone: sta in mezzo alla folla di uomini bisognosi di affetto, di presenza fisica, di disperati, di persone che hanno bisogno di essere liberati da tante paure, sofferenze, bisognosi di libertà, di ritrovare la propria dignità perduta”. Quindi, l’attenzione per i giovani. “Siamo invitati, tutti, io e voi, fratelli e sorelle impegnati nel sociale, a restituire quei sogni che soprattutto i nostri giovani stanno vedendo naufragare nella palude che toglie loro il respiro, facendoli sprofondare nello sconforto, nella disperazione che spesso diventa depressione. C’è crisi morale che diventa crisi esistenziale”. Infine, la proposta di promuovere un laboratorio di idee, coinvolgendo anche i giovani. “Costruiamo ponti che permettano pure di far partire i nostri giovani per studiare, ma creiamo le condizioni indispensabili perché possano ritornare a far fiorire questa nostra bellissima terra facendo sentire il suo profumo unico con la loro presenza indispensabile e insostituibile”.

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