Pubblica amministrazione: Bongiorno (ministro), “disomogeneità dei servizi non va bene”. “Non ci sarà una grande riforma”

“La caratteristica della Pubblica amministrazione è la sua eterogeneità. La disomogeneità dei servizi non va bene. Però non è corretto parlare in maniera generalizzata di tutto perché ci sono degli aspetti tragici e delle eccellenze”. Lo ha affermato questa mattina Giulia Bongiorno, ministro della Pubblica amministrazione, chiudendo alla Camera dei deputati la presentazione della “Relazione annuale sulla qualità dei servizi offerti dalle Pa centrali e locali a imprese e cittadini” relativa all’anno 2017 redatta dal Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro). Evidenziando che in molti casi “il problema non necessariamente viene dalla legge”, ma “dalla risposta alla legge” sul territorio, il ministro ha spiegato come intende svolgere il ruolo che ricopre da una cinquantina di giorni: “Voglio trasformarmi da legislatore in applicatore” individuando “le corrette strategie per fare in modo che una serie di norme che esistono e che sono straordinariamente belle finalmente siano applicate”. Questa è una “sfida dei prossimi legislatori che si occuperanno di Pa”. Bongiorno ha evocato lo strumento del “bisturi” per “penetrare in profondità” visto che “manca penetrazione nella singola realtà di un pezzo di legge. “Non ci sarà una grande riforma Bongiorno”, ha assicurato il ministro spiegando che “a me non interessa fare l’ennesima riforma epocale inutile”. Bongiorno ha annunciato di voler essere una “stalker del 100”, riferendosi al massimo della valutazione dei dirigenti nelle Pa: “Uno stalker non si limita ad osservare la sua preda ma la insegue, la pedina, la perseguita fino al punto da ottenere il risultato”. “Basta con gli obiettivi blandi” dei dirigenti, ha ammonito, “basta con le clausole di stile”. Servono “obiettivi che siano veramente sfidanti”, ha proseguito, assicurando: “Voglio i dirigenti miei alleati in quest’opera di riforma, perché il dirigente bravo, il servitore dello Stato dev’essere uno che per adesso non è per nulla contento che il 100 ce l’ha anche quello che non fa nulla. Il dirigente che merita, il servitore dello Stato, quello bravo dev’essere quello che ha voglia di diversificare”. E questo può avere un “effetto valanga” verso i dipendenti per migliorare la Pa. La Bongiorno “in un’ottica di aiuto del dirigente” si è posta l’obiettivo di “riuscire a fare in modo che i dirigenti si facciano carico del tema del miglioramento della struttura”.
Rispetto alla digitalizzazione, invece, il ministro ha osservato che “non è vero che è dietro l’angolo. La rivoluzione c’è ma non è vero che si riesce a fare in pochi mesi o in un anno”. “Quando ci sarà, sarà straordinaria”, ha assicurato, ammonendo che “la trasformazione digitale dev’essere inclusiva”. “In Gran Bretagna ci sono voluti 10 anni per la digitalizzazione”, ha ricordato il ministro. Per cui bisogna impiegare questi anni “formando, aiutando, includendo” per avere una “digitalizzazione inclusiva, ragionevole e credibile”.

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