Giustizia: Cnel, “miglioramenti rilevanti nel settore civile, ma insufficienti a recuperare il divario con la media europea”

“Una delle permanenti criticità in termini di efficienza è nel sistema giudiziario con particolare riguardo al settore civile. L’Italia nel periodo 2010-2014 ha conseguito miglioramenti rilevanti, insufficienti tuttavia a recuperare il divario con la media europea”. Lo afferma oggi il Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) in occasione delle presentazione alla Camera dei deputati della “Relazione annuale sulla qualità dei servizi offerti dalle PA centrali e locali a imprese e cittadini” relativa all’anno 2017. Nella Relazione sono riportati i risultati di uno studio relativo al confronto tra la performance della giustizia civile italiana e quella di un panel di Paesi europei con sistemi giudiziari comparabili (nello specifico Francia, Germania, Polonia e Spagna) che dimostra come “l’Italia, nell’ultimo quinquennio, ha conseguito i miglioramenti più rilevanti nei principali indicatori di efficienza del sistema: durata, arretrato, produttività”. E se c’è in “Italia una situazione ancora non soddisfacente” è però in atto “una dinamica virtuosa”. “Tra le cause della dinamica favorevole – spiega il Cnel – si può sicuramente includere il calo della litigiosità (negli ultimi anni l’Italia è passata da circa 2,4 milioni di nuove iscrizioni di contenzioso civile di primo grado a circa 1,6 milioni, volume che porta l’indice di litigiosità a circa 2.600 contenziosi ogni 100.000 abitanti, in linea con la litigiosità media europea), dovuta in buona parte alle misure introdotte negli anni recenti, senza trascurare che una parte di tale riduzione potrebbe essere attribuibile all’andamento della congiuntura economica”. Invece, “sul fronte dell’offerta, nonostante il ‘clearance rate’ (dato dal rapporto tra procedimenti definiti e quelli iscritti nell’anno) sia stato elevato nel confronto internazionale, diversi indicatori suggeriscono che fattori organizzativi siano oggi alla radice delle lentezze dell’aggiustamento”. Dalle analisi condotte “le difficoltà ancora presenti appaiono attribuibili ad alcune caratteristiche dell’organizzazione giudiziaria, non tanto con riferimento alla disponibilità di risorse (finanziarie e umane), nel complesso allineate a quelle degli altri Paesi, quanto rispetto al loro utilizzo (organizzazione uffici, ‘court and case management’), che incide sulla produttività e sul livello di servizio offerto dagli uffici stessi”. Gli indicatori della Banca Mondiale sulla qualità organizzativa, che ci vedono “virtuosi” per disponibilità di Adr (Alternative dispute resolution, cioè Metodi alternativi di risoluzione delle controversie) e grado di informatizzazione, segnalano carenze sul fronte della gestione degli uffici. “Il ruolo della componente organizzativa – nota il Cnel – è confermato dalle differenze di performance sul territorio italiano, con il nord-ovest italiano che, dal punto di vista della giurisdizione civile, rappresenta un’area in cui una impresa italiana o straniera, può operare alle stesse condizioni delle grandi città europee comparabili”.

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