Terra Santa: mons. Pizzaballa, “la spinta degli accordi di Oslo si è oramai esaurita”

foto SIR/Marco Calvarese

“Il trasferimento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme da un punto di vista politico ha azzerato ogni rapporto tra israeliani e palestinesi. Israele è in una posizione di forza, i palestinesi hanno travagli interni e a complicare la situazione è anche la situazione di conflitto e tensione dell’intero scacchiere regionale come dimostrano anche le violenze e gli scontri a Gaza dove la popolazione vive in condizioni miserrime”. Lo ha detto oggi mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore del Patriarcato Latino di Gerusalemme, in una conferenza stampa indetta nell’ambito del convegno “Vivere la Terra Santa” promosso dall’associazione “Amici di Saxum Italia” nella Pontificia università Santa Croce. “Il modello negoziale del passato non esiste più. Ora è tutto fermo – ha spiegato l’amministratore apostolico – è urgente trovare nuove strade e nuovi canali di dialogo. La soluzione ‘Due Popoli, Due Stati’ resta l’ideale ma bisogna vedere anche la situazione sul terreno. La spinta degli accordi di Oslo si è oramai esaurita nel silenzio della comunità internazionale e con l’Ue del tutto irrilevante”. “Anche le Chiese, cui non spetta offrire soluzioni politiche, sono chiamate a trovare nuovi linguaggi per promuovere la pace e la riconciliazione. Per questo sarà importante – ha aggiunto l’arcivescovo – ritrovarsi tutti insieme a Bari il prossimo 7 luglio con Papa Francesco”. Mons. Pizzaballa ha parlato anche dell’ecumenismo in Terra Santa: “stiamo vivendo un tempo molto bello. Non siamo alla pace liturgica ma lavoriamo insieme molto bene, una convivenza umana molto positiva grazie anche a nuove generazioni di leadership cristiane di nuova formazione”. In questo ambito particolarmente significativo è stato “il viaggio di Paolo VI a Gerusalemme nel gennaio del 1964 e il suo incontro con il patriarca Atenagora. Con quel viaggio Papa Montini ha cambiato il volto del pellegrinaggio cattolico e riaperto gli occhi del mondo su Gerusalemme. In quell’occasione Paolo VI ha aperto quel canale che avrebbe poi permesso, 50 anni dopo, l’incontro tra Papa Francesco e il patriarca ecumenico Bartolomeo”.

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