Giovanni XXIII: card. Parolin, “ci insegna a cercare ciò che ci unisce più di quello che ci divide”

“Nel suo volto sereno, sorridente e accogliente, si poteva vedere quasi un riflesso della bontà di Dio. E questo la gente l’ha colto subito. Una bontà che si rivolgeva soprattutto ai piccoli, alle persone quasi ai margini della società”. Lo dice il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, che presiederà stasera a Sotto il Monte, nella diocesi di Bergamo, la celebrazione conclusiva della peregrinatio delle spoglie di san Giovanni XXIII nella sua terra natale. In un’intervista a VaticanNews, il porporato si sofferma sull’importanza di questo evento e sull’attualità della figura e del magistero di Papa Roncalli. Parlando dell’incidenza della figura di Papa Giovanni sulla propria vita, il segretario di Stato vaticano la considera una figura di “grande ispirazione per il servizio a cui sono stato chiamato, perché mi pare che lo possiamo definire un po’ ‘l’uomo dell’incontro’”. “Credo che la diplomazia sia proprio questo: il tentativo di superare tutte le barriere e di incontrarsi per affrontare insieme i problemi dell’umanità di oggi”. Infine, riflettendo sul messaggio più attuale di Giovanni XXIII, Parolin spiega che “tutta la vita di Papa Giovanni è stata un messaggio: lo è stato il Concilio, aldilà di quello che sono i suoi documenti, le conseguenze che ha portato nella vita della Chiesa. Lo è stato anche l’enciclica Pacem in Terris”. “Credo che l’insegnamento principale di Papa Giovanni di cui dobbiamo fare tesoro è proprio quello di cercare ciò che ci unisce più di quello che ci divide”. Secondo il cardinale, si tratta di “un insegnamento, un richiamo, un’esortazione di particolare attualità dentro la Chiesa, oggi, e fuori dalla Chiesa in un mondo che tende sempre più alla frammentazione, che tende sempre più a dividere le persone, i gruppi, le società e gli Stati, a creare tensioni”.

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