Diocesi: Torino, 150° della consacrazione della basilica di Maria Ausiliatrice. Mons. Boccardo (Spoleto-Norcia), “non perdere mai la fiducia”

“Maria ci dice di non perdere mai la fiducia, in ogni situazione di sapere vedere il bene che si fa strada e sta trionfando. Con fiducia e audacia in mezzo a difficoltà e fatiche 150 anni fa don Bosco portava a compimento la costruzione di questa basilica”. Lo ha ricordato mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, nell’omelia della messa che ha celebrato questa mattina nella basilica dedicata a Maria Ausiliatrice a Valdocco, nel 150˚anniversario di consacrazione. Il presule ha ricordato “le generazioni che qui si sono succedute unite nella devozione a Maria aiuto dei cristiani”. “Riusciamo appena a immaginare quante gioie e dolori, quante angosce e speranze sono state vissute e sperimentate ai piedi della Vergine – ha aggiunto -, quanti hanno trovato in lei forza e coraggio per andare avanti”. A celebrare la messa è stato l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, perché quella diocesi custodisce un’immagine mariana che ha come titolo “Aiuto dei cristiani”, immagine che ha ispirato san Giovanni Bosco a intitolare la basilica a Maria Ausiliatrice. Ricordando l’esortazione della Madonna venerata a Spoleto ‘Sii buono’, l’arcivescovo ha presentato la bontà come “un valore trascurato nei rapporti quotidiani troppo spesso improntati alla competizione e all’aggressività”. “Vediamo gli uomini sempre più impegnati a desiderare con voracità il potere, la ricchezza e il successo da ottenere in qualsiasi modo – ha evidenziato il presule -. Eppure nella nostra coscienza avvertiamo che questo modo di vivere è sbagliato. Sentiamo che questo stile è disumano, inautentico, faticoso. Ci crea disagio e sofferenza, perché portiamo dentro di noi incancellabile l’aspirazione alla bontà, alla fraternità, alla condivisione. Sogniamo un mondo amorevole. Desideriamo più dolcezza, più buon cuore, più generosità, più giustizia. Desideriamo di poter essere di aiuto agli altri e di chiedere aiuto quando ne abbiamo bisogno, di fare finalmente qualcosa senza calcolo anche contro il nostro interesse immediato”. Infine, l’arcivescovo ha sostenuto che “la bonta è più profonda del male più profondo”.

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