Il Consiglio delle Chiese in Svezia si sta occupando da alcuni mesi dei casi di migranti che si convertono e “usano la conversione come motivo d’asilo” e ha programmato 13 seminari in tutto il Paese per sacerdoti, pastori, diaconi sul tema dei convertiti nel processo d’asilo. Ieri a Solna si è invece svolto un seminario di formazione tra responsabili delle agenzie cristiane che si occupano di immigrati (George Joseph, Caritas, Michael Williams, Chiesa di Svezia, Jakob Svensson Alliance Mission svedese) e una ventina di amministratori e funzionari per contribuire a “valutare meglio” questi casi. La sfida che le autorità preposte alla verifica delle domande di asilo devono affrontare è “valutare la genuinità del credo di una persona”. La richiesta che avanzano le Chiese è che i colloqui siano adeguati e il personale preposto formato a condurre questo genere di indagini. Tra le difficoltà emerse infatti è che chi indaga spesso “non ha esperienza di che cosa significhi la fede cristiana” né “di che cosa implichi vivere come cristiano nel Paese di origine” o ancora “la difficoltà per coloro che non hanno formazione di rispondere alle domande circa il contenuto della fede cristiana”. Una richiesta da parte delle Chiese è anche che si dia più “peso e credibilità” ai certificati che i sacerdoti e i pastori scrivono per le autorità nei casi di conversione. Il confronto è servito anche a capire meglio “le sfide che gli investigatori devono affrontare nel loro compito”.