Germania: mons. Neher (Caritas) al governo, “deportazioni in Afghanistan espongono a gravi rischi le persone espulse”

“La decisione presa dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, che ha affermato che le deportazioni in Afghanistan sono restrizioni basate sulla relazione annuale della situazione corrente fatta dal ministero federale degli esteri, è incomprensibile”, ha detto mons. Peter Neher, presidente della Caritas tedesca. La dichiarazione pubblicata sul sito della Caritas fa riferimento alla difficoltà di ottenere informazioni attendibili sulla situazione in tutto il Paese asiatico, nel quale è ancora in corso una situazione precaria: “Con la nostra organizzazione globale di soccorso della Caritas, siamo a livello internazionale da molti anni al lavoro in Afghanistan e la nostra esperienza conferma che la situazione umanitaria e di sicurezza nel Paese è estremamente tesa come prima”, dice Neher. Nel comunicato si sottolinea che la sicurezza rimane instabile, e in Afghanistan c’è una delle più alte concentrazioni di resistenza armata e organizzazioni terroristiche. Ci sono una varietà di relazioni internazionali su trattamenti inumani e degradanti attuati da attori non statali, ma sporadicamente anche statali. Anche la relazione del ministero degli esteri ha evidenziato le difficoltà quotidiane dei rimpatriati. La realtà quotidiana è molto difficile anche per l’elevato numero di sfollati interni e rimpatriati da Pakistan e Iran. Una svolta decisiva nella situazione della sicurezza non è ancora in vista.
“Le deportazioni espongono a rischi di pericolosità ingestibili le persone colpite. Fino a quando la sicurezza e la dignità non saranno chiaramente garantite al ritorno in Afghanistan, le espulsioni devono essere evitate”, dice Neher.

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