Argentina: preghiera interreligiosa, “uniti nel sostenere e promuovere il diritto alla vita e alla sua dignità”

Mentre il dibattito nel Parlamento argentino sulla legalizzazione dell’aborto è entrato nella sua fase decisiva, ieri nella sede della Conferenza episcopale argentina si è tenuta una preghiera interreligiosa per la vita, nell’ambito della giornata di digiuno e preghiera indetta dalla Chiesa argentina. “Questa chiamata ci impegna tutti – ha detto all’inizio della preghiera mons. Oscar Ojea, presidente della Conferenza episcopale argentina -. L’amore per la vita accresce il nostro impegno affinché le condizioni di vita siano degne”, ha aggiunto prima di accendere un cero come segno di unità e fraternità. Alla preghiera hanno partecipato rappresentanti di organizzazioni ecumeniche, cattolici, ortodossi, evangelici, ebrei, musulmani, culti indigeni e afro, e altre. Alcune intenzioni condivise da tutti i partecipanti sono state lette all’inizio della preghiera. “Ci uniamo nel ringraziamento per la vita di tutti gli argentini delle passate, presenti e future generazioni – si legge nel messaggio -, convinti del valore di ogni vita. Ci assumiamo la responsabilità congiunta di difenderla, invocando la protezione di Dio, fonte di ogni ragione e giustizia, come indicato nel preambolo della Costituzione nazionale”.
Prosegue il testo: “Ci uniamo nella custodia della vita, dono prezioso e tuttavia fragile, minacciato da diversi tipi di dipendenze, povertà ed emarginazioni, e varie forme di violenza a causa delle quali molte persone sono a rischio della loro stessa esistenza, in particolare l’aborto, che minaccia la vita appena concepita”. Le religioni sono unite nel “sostenere e promuovere il valore del diritto alla vita e alla sua dignità. Lo facciamo trovando sostegno nelle nostre diverse tradizioni, in dialogo con la scienza, come le persone che amano la vita; e in consonanza le iniziative cristiane e interreligiose per la vita promosse nel nostro continente”.
Conclude la dichiarazione d’intenti: “Ci uniamo nella testimonianza per difendere insieme il diritto alla vita, il diritto alla libertà religiosa e all’obiezione di coscienza”.
Dopo la lettura di un brano del profeta Zaccaria e di un salmo, ogni rappresentante ha recitato una preghiera. La celebrazione si è conclusa con un segno reciproco di pace.

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