Pellegrinaggio Macerata-Loreto: mons. Marconi, “in Italia stiamo cercando i ‘segni’ di una nuova giornata”

(da Macerata) Dopo i fatti tragici del febbraio scorso, “nonostante quello che qualcuno ha provato a dire, Macerata rimane una città accogliente e il pellegrinaggio è un segno concreto di questa disponibilità”. Con queste parole mons. Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, ha commentato stamane in conferenza stampa il 40º pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto proposto da Comunione e Liberazione che si svolgerà sabato 9 giugno. “Questo gesto – prosegue Marconi – costituisce una sfida per la diocesi, perchè rappresenta non solo un evento ma un momento all’interno di un cammino in cui, ogni anno, abbiamo l’opportunità di incontrare migliaia di persone che portano con sé una vera testimonianza di fede”. Una testimonianza, prosegue il vescovo, che affonda le radici in “una domanda religiosa che non è di certo finita nel cuore dell’uomo: è finita la forma classica dell’appartenenza religiosa, è vero, ma la questione spirituale, seppur vaga, rimane ancora forte”. Da qui, la metafora con la notte, spazio temporale in cui si svolge il percorso dei 28 km che separano il capoluogo maceratese dalla Santa Casa lauretana. “Nell’esperienza del pellegrinagio – ha aggiunto inoltre mons. Marconi – si cammina verso l’alba e credo che in tanti, in Italia, stiamo cercando i ‘segni’ di una nuova giornata che inizia dopo una nottata che si prolunga e che, ce lo auguriamo, non sia lontana”. A fargli eco è mons. Giancarlo Vecerrica, vescovo emerito di Fabriano-Matelica e ideatore, nel 1978, dell’iniziativa. “È vero, il pellegrinaggio è l’aurora della vita e sono sempre in tanti a chiedermi di questa esperienza: Macerata è diventata davvero mondiale per questa positività”, ha affermato. Con una precisazione: “Vengo spesso definito come il ‘fondatore’ del pellegrinaggio ma l’unico, vero fondatore è la Madonna, che tesse tutto e guida, da anni, questa realtà in cui siamo chiamati a camminare, specialmente insieme ai giovani, che intendiamo coinvolgere senza essere predicatori, perchè questo cammino non è fatto da prediche bensì da gesti e testimonianze”.

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