Giovanni XXIII: mons. Dolcini (parroco), a Sotto il Monte più di 100mila pellegrini

Sono già oltre 100mila i pellegrini che hanno reso omaggio alle spoglie mortali di San Giovanni XXIII, che per volere di Papa Francesco è “ritornato” ai suoi luoghi di origine grazie alla “peregrinatio” partita il 24 maggio dal Vaticano e giunta, dopo una tappa a Bergamo, a Sotto il Monte. Mons. Claudio Dolcini, parroco della parrocchia- santuario dove è stata collocata l’urna del “Papa buono”- in un’intervista al Sir – lo definisce “un altro miracolo di Papa Giovanni”, come la gente di qui chiama Angelo Roncalli. “Sembra di essere in paradiso”, esclama a proposito dello spettacolo di “pace, bellezza, gioia profonda” che i visitatori giunti per venerare il corpo del santo offrono al suo sguardo. L’afflusso ha superato ogni più rosea aspettativa, registrando già dopo la prima settimana le 100mila presenze. Ma c’è tempo fino al 10 giugno, data del rientro in Vaticano, per polverizzare anche questo record. Cosa significa, oggi, essere il parroco di Sotto il Monte? “Qui la vita quotidiana di una parrocchia si intreccia con quella di un santuario che accoglie migliaia di visitatori all’anno”, risponde Dolcini: “La proposta pastorale è l’evangelizzazione, all’insegna di una devozione semplice ma solida, che era quella di Giovanni XXIII: la preghiera, la Paola di Dio, il catechismo, la celebrazione dell’Eucarestia, le confessioni. Cerchiamo di curare molto le celebrazioni, con la Parola al centro, e diamo molto spazio all’ascolto, alla gente che chiede di essere accolta, che ha bisogno di raccontarsi. Molti vengono qui anche se non credono: Papa Giovanni, del resto, è stato un’icona di pace e di dialogo, capace di catalizzare l’attenzione in quanto ‘pontefice’, cioè costruttore di ponti che rinvia a Cristo”.

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