Spagna: mons. Tamayo (segretario vescovi) su proposta di legge eutanasia e suicidio assistito, “la difesa della vita deve essere integrale”

Nella riunione del Comitato permanente della Conferenza episcopale spagnola (Madrid, 26-27 giugno) uno dei punti all’ordine del giorno è stata la proposta di legge del Partito socialista operaio (Pso) sull’eutanasia e sul suicidio assistito, ora in calendario al Parlamento. Parlando ai giornalisti in conferenza stampa, il segretario generale e portavoce mons. José María Gil Tamayo ha dichiarato che “per la Chiesa e per la coscienza etica più elementare vige il principio del ‘non ucciderai’”. Rimandando al documento pubblicato il 21 maggio dalla Sub-commissione episcopale sulla famiglia e la vita, Tamayo ha insistito sul fatto che “la difesa della vita deve essere integrale, non sulla base dei parametri di qualità”, pena il rischio di entrare su un “terreno soggettivista pericoloso”. In questo criterio di “difesa integrale” s’inserisce anche la riforma del catechismo della Chiesa cattolica “proposta da Papa Francesco e che la Chiesa spagnola sostiene”, di esprimere “in maniera chiara e tassativa” l’esclusione del ricorso alla pena di morte. La proposta di legge sull’eutanasia, ha continuato mons. Tamayo, va contro la “vita come valore sociale”, e “i principi di etica medica del curare, alleviare, accompagnare e consolare”. Se apriamo una “porta alla morte volontaria, creiamo una cultura dello scarto”. Facendo riferimento a come lo Stato interviene nei casi di incidenti, attentati, catastrofi, Tamayo ha sollecitato a dare la stessa attenzione a questa “catastrofe silenziosa” che “colpisce tante persone”. I vescovi spagnoli chiedono si sostenga la diffusione delle cure palliative, la formazione di personale specializzato, l’aiuto, anche sul piano economico, alle famiglie dei malati terminali.

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