Unione europea: don Sciortino (Vita pastorale), “non basta l’euro, servono valori condivisi”

“Questa tanto vituperata Europa, da più di settant’anni, ci ha regalato la pace. Assieme allo sviluppo e al benessere. Anche se non sempre equamente distribuito. L’Europa non è un’entità estranea. Ci appartiene. Anzi, ne siamo tra i soci e i padri fondatori”. Lo scrive don Antonio Sciortino, direttore di “Vita Pastorale”, nell’editoriale del numero di luglio, anticipato al Sir. “L’Europa non è solo la moneta comune. Non basta l’euro a fare da collante – aggiunge -. Senza un’anima condivisa, rischia di sgretolarsi. Come, purtroppo, sta avvenendo”. Tra le cause indicate, non solo “la grave crisi economica”. “Ma, soprattutto, la perdita di valori fondanti. Come la dignità della persona e il rispetto dei diritti umani. Valori che sono al di sopra di ogni interesse nazionale”. Secondo don Sciortino, “lo slogan ‘Prima gli italiani’ (e gli altri che si arrangino!) è insensato”. “Ci tornerà addosso come un boomerang. Una società chiusa in se stessa, segnata da egoismo e individualismo, non ha futuro”. Il direttore di “Vita Pastorale” riconosce che “quella attuale non è la migliore Europa possibile”. “La soluzione, però, non è meno Europa. Ma più Europa”. Quindi, uno sguardo al futuro: “Il futuro non è nella ‘fortezza Europa’, che alza i muri e chiude le frontiere. Ma in un’Europa più aperta, che sa accogliere e integrare”. Guardando al fenomeno dell’immigrazione, non lo considera come “passeggero”. “Né una semplice emergenza”. Per questo motivo, “occorre – e non solo a livello europeo – una politica comune. Con più solidarietà e sussidiarietà tra i vari Paesi”.

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