Papa Francesco: udienza, “porre la legge prima della relazione non aiuta”, no a “cristiani che seguono solo doveri”

foto SIR/Marco Calvarese

“Porre la legge prima della relazione non aiuta il cammino di fede”, perché “la vita cristiana è anzitutto la risposta grata a un Padre generoso”, e non ad una serie di “doveri”. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, in cui soffermandosi sui comandamenti ha affermato che “i cristiani che seguono solo dei ‘doveri’ denunciano di non avere una esperienza personale di quel Dio che è ‘nostro’”. “Io debbo fare questo, questo… solo doveri, ma ti manca qualcosa”, ha proseguito a braccio: “Qual è il fondamento di questo dovere? ‘Si deve fare così?’. No! Il fondamento di questo dovere è l’amore di Dio Padre, che prima dà, poi comanda”. “Come può un giovane desiderare di essere cristiano, se partiamo da obblighi, impegni, coerenze e non dalla liberazione?”, si è chiesto Francesco, secondo il quale “essere cristiano è un cammino di liberazione”. “I comandamenti liberano dal proprio egoismo, liberano perché c’è l’amore di Dio che porta avanti”, ha detto ancora fuori testo. “La formazione cristiana – ha ricordato – non è basata sulla forza di volontà, ma sull’accoglienza della salvezza, sul lasciarsi amare”. “Prima il Mar Rosso, poi il Monte Sinai”, ha sintetizzato il Papa sempre a braccio: “Prima la salvezza: Dio salva il suo popolo nel Mar Rosso, poi nel Sinai gli dice cosa deve fare. Ma quel popolo sa che queste cose le fa, perché è stato salvato da un padre che lo ama”.

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