Migranti: Tria (min. Economia), “controllo su movimento transnazionale lavoro e su fondi cooperazione, repressione sfruttamento nelle campagne”

“Quando si scoprono abusi e corruzione nelle cooperative vuol dire che qualche falla nel controllo c’è stata. Non credo alle grandi linee guida astratte, occorre capire perché certi avvenimenti accadono”. A prendere la parola per ultimo alla tavola rotonda “Immigrazione e lavoro” promossa questa mattina a Roma da Ue.Coop nell’ambito dell’assemblea che ha eletto presidente nazionale Gherardo Colombo, è il ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria, arrivato in ritardo e a sorpresa dopo l’elezione del neopresidente da parte dei delegati. “C’è un grande problema legato alle migrazione – spiega Tria – che è la definizione di un grande mercato del lavoro transnazionale. Ci si occupa di movimenti internazionali di capitale ma stranamente non esistono organizzazioni che si occupano di movimento transnazionale del lavoro”. Con riferimento al fenomeno dello sfruttamento lavorativo nelle campagne del sud, il ministro osserva “che non avviene nelle cantine ma alla luce del sole”. “Un elemento di repressione pura deve essere contemplato – avverte -. Come mai non ci sono interventi da parte di chi è preposto per impedire questi abusi?”. Nel riconoscere la complessità del fenomeno migratorio, Tria invita a “vedere come integrare nel mercato del lavoro le persone che arrivano in Italia commisurandone l’afflusso al limite di capacità di assorbimento”. Soffermandosi quindi sulla cooperazione internazionale italiana osserva che “sono stati ricostituiti i fondi” ma “non mi sembra ancora ripartire”. E conclude: “Occorre destinare risorse e utilizzarle bene. Anche con una nuova struttura tecnica nazionale per controllare la gestione di questi fondi”.

 

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