Istat: a giugno stimato in crescita l’indice del clima di fiducia di consumatori e imprese

A giugno 2018 si stima che l’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenti, passando da 113,9 a 116,2. Anche per l’indice composito del clima di fiducia delle imprese si stima un aumento da 104,6 a 105,4. È quanto comunica oggi l’Istat diffondendo la “Fiducia dei consumatori e delle imprese” a giugno 2018. Il clima di fiducia dei consumatori si riporta su livelli solo di poco inferiori a quelli precedenti la caduta registrata a maggio, con un aumento della componente economica e di quella futura (da 133,4 a 142,9 e da 116,7 a 122,4 rispettivamente). “Tale andamento – spiega l’Istituto nazionale di statistica – è dovuto ad aspettative più positive sulla propria situazione economica familiare e, soprattutto, al miglioramento delle attese sulla situazione economica del Paese e sull’andamento futuro della disoccupazione, contrastato dall’ulteriore peggioramento del giudizio sulla situazione economica generale”.
Per quanto riguarda le imprese, segnali eterogenei provengono dai climi di fiducia settoriali: l’indice diminuisce nel settore manifatturiero (da 107,6 a 106,9) e nelle costruzioni (da 134,1 a 132,9), mentre è in aumento nei servizi (da 106,0 a 107,8) e nel commercio al dettaglio (da 100,1 a 103,9). “Prosegue – si legge nella nota – l’indebolimento della fiducia delle imprese nel settore manifatturiero, con le attese di produzione in calo da cinque mesi consecutivi. Servizi turistici e servizi di trasporto e magazzinaggio si caratterizzano per un deciso rafforzamento dei giudizi positivi sull’andamento degli affari”.
Secondo le indicazioni derivanti dalle consuete domande trimestrali rivolte alle imprese manifatturiere attive sui mercati esteri, nel secondo trimestre dell’anno sia i giudizi sia le attese sul fatturato all’export peggiorano rispetto al trimestre precedente. Aumenta, rispetto allo scorso trimestre, la quota delle imprese che lamenta la presenza di significativi ostacoli all’attività di esportazione (dal 21,9% al 23,2%). Costi e prezzi più elevati, tempi di consegna più lunghi e difficoltà di ordine amministrativo sono gli ostacoli segnalati in crescita dalle imprese manifatturiere esportatrici.

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