Cooperative: mons. Galantino, “delinquenti quelle che hanno tradito ma la maggior parte lavora bene”. “Non rinunciare a vigilanza”

“Mi piacerebbe che tutti smettessimo l’atteggiamento curvaiolo e da stadio. In genere il tifo impedisce di guardare negli occhi le persone e di conoscere le storie. Quando noi non ci guardiamo negli occhi tutto è possibile”. Così mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei e presidente dell’Apsa, alla  tavola rotonda sul tema “Immigrazione e lavoro”, promossa questa mattina a Roma da Ue.Coop. “Un’altra cooperazione è possibile”, ha proseguito dicendosi “contento” che “tra ieri e l’altro ieri sia stato pubblicato un elenco – e spero sia l’ultimo – di cooperative che hanno tradito”. “Se andiamo a ben vedere – avverte -, queste persone non hanno mai avuto la voglia di fare cooperazione; sono delinquenti che hanno organizzato un business sulla pelle dello Stato e su leggi approvate per far progredire la socialità. Hanno strumentalizzato anche questo. La condanna deve essere di tutti”. “Invito lo Stato, le forze di polizia, tutti voi: non dobbiamo aspettare che sia la Guardia di finanza a dirci se qualche cooperativa lavora male. Se questo accade i primi sconfitti siete voi. Attenti a non rinunciare a questo compito di vigilanza. Non accontentiamoci, altrimenti offriremo ai malintenzionati la possibilità di sparare sulla buona e bella cooperazione, mentre occorre disarmarli”. Per Galantino “un’altra cooperazione è possibile ma ci vuole l’aiuto di tutti”. Di qui l’esortazione a “neutralizzare le false notizie che sorgono anche intorno alla cooperazione. Nonostante i giornali abbiano indicato nomi e cognomi – conclude – ho letto frasi generiche assolutamente inaccettabili perché la maggior parte delle cooperative continua a lavorare bene”.

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