Istat: oltre 3 milioni le famiglie in condizione di povertà relativa, 1 su 4 al Sud

Nel 2017, si stima siano 3 milioni 171mila le famiglie in condizione di povertà relativa (con un’incidenza pari a 12,3%), per un totale di 9 milioni 368mila individui (15,6% dell’intera popolazione). Di questi, 4 milioni 669mila sono donne (15,1%), 2 milioni e 156mila sono minori (21,5%) e quasi 1 milione e 400mila sono anziani (10,5%). Il rapporto sulla povertà in Italia nel 2017, diffuso oggi dall’Istat, registra quindi un significativo aumento dell’incidenza della povertà relativa tra le famiglie (era del 10,6% del 2016) e tra gli individui (era del 14 % due anni fa). Il peggioramento è stato più forte nel Mezzogiorno, dove si è passati dal 19,7% al 24,7% per le famiglie, dal 23,5% al 28,2% per gli individui. Nelle regioni meridionali, in pratica, una famiglia su quattro è in povertà relativa. Analogamente a quanto avviene per la povertà assoluta, l’incidenza della povertà relativa si mantiene elevata per le famiglie con 4 componenti (19,8%) e per quelle con 5 o più componenti (30,2%); per queste ultime nel Mezzogiorno il valore raggiunge il 40,1%. In generale, si tratta per lo più di coppie con tre o più figli per le quali l’incidenza di povertà è pari a 27,1% a livello nazionale, a 37,2% nel Mezzogiorno. Nel Sud le famiglie di soli stranieri in povertà relativa arrivano al 59,6%, ma per questa tipologia di famiglie l’incidenza è nettamente più rilevante (34,5%) anche sul piano nazionale. A titolo di esempio, va ricordato che la soglia di povertà per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile pro-capite nel Paese, e nel 2017 è risultata di 1.085,22 euro (+2,2% rispetto al valore della soglia nel 2016, quando era pari a 1.061,35 euro). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore sono classificate come povere in termini relativi. Le soglie, peraltro, vengono modulate anche in rapporto ad altri fattori, per esempio l’area geografica.

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