Migranti: card. Betori (Firenze), “la ricerca di un maggiore coinvolgimento dei Paesi Ue non giustifica le nostre chiusure”

“La logica dello scarto tocca la persona umana quando questa trova chiusa la porta dell’accoglienza, perché c’è chi non la ritiene sufficientemente giustificata per chi aspira a una condizione di pace, a fuggire dagli spettri della fame confidando nella condivisione fraterna dei beni della terra, a una possibilità di vita migliore per sé e per i propri cari”. Lo ha detto l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, durante l’omelia della messa che ha celebrato ieri in cattedrale nella festa di san Giovanni Battista, patrono della città. “Ci sono ovviamente dei limiti connessi alla misura delle risorse di cui si dispone – ha aggiunto -, ma non possiamo dire che il nostro è un Paese che non può condividere perché esso stesso in stato di povertà”. Quindi, l’invito a guardare l’esempio dell’accoglienza di profughi in Paesi come il Libano per “doverci vergognare di un solo rifiuto”. Il cardinale è consapevole che “non mancano anche tra noi sacche di miseria e disagio”, ma “questo dovrebbe sollecitare piuttosto una più equa distribuzione dei beni e una presa in carico di tutte le povertà, senza eccezioni. E se è vero che tutti i Paesi in Europa devono condividere i nostri sforzi, la ricerca di un maggiore coinvolgimento degli altri non può giustificare nostre chiusure”. Di qui l’invito ad “aprire corridoi umanitari” e “promuovere politiche concrete di sviluppo nei paesi di partenza dei migranti”. “Se ne accompagni l’accoglienza con percorsi di integrazione e non si mettano i poveri contro i poveri per scopi di propaganda”. Un clima di divisione è – ha sottolineato l’arcivescovo – “sempre nocivo per una società, soprattutto quando prende a pretesto le origini etniche”. “La dignità della persona umana è un principio irrinunciabile e precede cittadinanza, provenienza, etnia, cultura, religione”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo

Informativa sulla Privacy