Ecumenismo: Viterbo, da domani mostra di icone sacre della tradizione copta

Cinquanta icone sacre e una trentina di altri oggetti provenienti dalla tradizione cristiano copta d’Egitto: è questo il tesoro che arriva a Viterbo grazie alla collaborazione fra la diocesi locale, Fondazione Caffeina Cultura e Fondazione Sib (Società Italiana di Beneficenza – Fondazione Benedetti), l’ente che porta il cognome del fondatore dell’ospedale italiano al Cairo. La mostra aprirà i battenti domani 24 giugno (fino al 28 ottobre, palazzo papale) alla presenza della ministra della cultura egiziana Ines Abdel-Dayem, dell’ambasciatore d’Egitto in Italia Hisham Mohamed Badr, del sottosegretario alla Cultura del Governo Italiano Lucia Bergonzoni, del vescovo della diocesi copto-ortodossa di San Giorgio a Roma, mons. Barnaba El Soryany, del vescovo di Viterbo mons. Lino Fumagalli di ritorno dal pellegrinaggio che la diocesi del capoluogo della Tuscia ha condotto in questi ultimi giorni sulle orme della Sacra Famiglia, da Betlemme a Il Cairo, insieme a un gruppo di 50 pellegrini dell’Unitalsi. Presentando alla stampa il significato sacro delle icone il vicario generale della diocesi di Viterbo, don Luigi Fabbri, ha affermato che “attraverso l’icona il credente è nelle condizioni di avere la concretezza di una presenza altra: Dio, i santi, la Madonna. Parliamo di un veicolo della fede molto potente, al centro delle riflessioni del mondo cristiano fin dai tempi della questione iconoclastica”. Giacomo Barelli a nome della Fondazione Caffeina Cultura, co-promotrice della mostra si è detto “onorato di favorire e rinsaldare il dialogo ecumenico e l’unità dei cristiani”, attraverso questa mostra. “Parliamo – ha aggiunto – di un tema cruciale per la nostra epoca, oltre che al centro dei pensieri del pontificato di Papa Francesco. In particolare la relazione con i paesi del Vicino Oriente come l’Egitto è sempre più cruciale e fra le priorità del governo appena insediatosi”. L’auspicio è che “i giorni del festival, della mostra delle icone e della mostra dei tesori di Tutankhamon possano essere soprattutto un’occasione di dialogo, di scambio e di amicizia fra confessioni religiose, popoli e paesi del Mediterraneo”, ha concluso Barelli, sottolineando come accanto agli elementi dell’arte sacra cristiana troveranno spazio nell’esposizione anche “17 pezzi iconografici di arte islamica” a testimoniare lo spirito integralmente ecumenico e interreligioso della proposta. Le icone esposte mostrano la tipicità dell’arte copta caratterizzata da uno stile più semplice e fortemente locale: le caratteristiche facciali sono molto semplificate e l’uso del colore è piatto, senza ombreggiature o sfumature che possano dare l’idea di tridimensionalità. Il Cristo è trionfante, benevolo e spesso benedicente anche durante la crocifissione; i Santi, anche durante i loro martirii, hanno facce sorridenti e tranquille per dimostrare che la pace interiore e la fede nel Signore non sono intaccate. I grandi occhi guardano oltre il mondo materiale e le grandi orecchie ascoltano la parola di Dio.

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