Papa a Ginevra: incontro ecumenico, “camminare in entrata e in uscita”. “Preghiera è ossigeno dell’ecumenismo, senza comunione diventa asfittica”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Camminare – Pregare – Lavorare insieme”. Nella parte centrale del suo secondo discorso a Ginevra, il Papa si è soffermato sui tre verbi contenuti nel motto del pellegrinaggio ecumenico. “Camminare in entrata”, ha spiegato, “per dirigerci costantemente al centro”, che è Gesù, e “in uscita”, cioè “verso le molteplici periferie esistenziali di oggi, per portare insieme la grazia risanante del Vangelo all’umanità sofferente”. “Potremmo chiederci se stiamo camminando davvero o soltanto a parole, se presentiamo i fratelli al Signore e li abbiamo veramente a cuore oppure sono lontani dai nostri reali interessi”, il suggerimento di Francesco: “Potremmo chiederci anche se il nostro cammino è un ritornare sui nostri passi o un convinto andare al mondo per portarvi il Signore”. “Anche nella preghiera, come nel cammino, non possiamo avanzare da soli”, il monito del secondo imperativo, “perché la grazia di Dio, più che ritagliarsi a misura di individuo, si diffonde armoniosamente tra i credenti che si amano”. “Quando diciamo ‘Padre nostro’ risuona dentro di noi la nostra figliolanza, ma anche il nostro essere fratelli”, l’esempio scelto dal Papa: “La preghiera è l’ossigeno dell’ecumenismo. Senza preghiera la comunione diventa asfittica e non avanza, perché impediamo al vento dello Spirito di spingerla in avanti”. “Chiediamoci: quanto preghiamo gli uni per gli altri?”, l’esortazione in chiave ecumenica: “Il Signore ha pregato perché fossimo una cosa sola: lo imitiamo in questo?”. Infine, “lavorare insieme”, ha raccomandato Francesco sottolineando – tra l’altro – “la speciale importanza del lavoro che compie la Commissione Fede e Costituzione” e la sua ricerca “per una visione comune della Chiesa e il suo lavoro sul discernimento delle questioni morali ed etiche” che “toccano punti nevralgici della sfida ecumenica”. Il Papa ha definito, infine, “imprescindibile” il ruolo dell’Istituto ecumenico di Bossey e definito la crescente adesione alla Giornata di preghiera per la cura del creato un “buon segno” dell'”affiatamento” ecumenico.

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