Nicaragua: rappresentanti degli organismi internazionali nel Paese a inizio luglio. Dialogo ancora sospeso dopo il massacro di Masaya

Prosegue in Nicaragua l’alternarsi di spiragli di speranza e di drammatiche evoluzioni. La buona notizia di ieri è che finalmente è arrivato alle istituzioni internazionali (Cidh, Onu e Ue) l’invito del Governo a recarsi nel Paese per accertare gli episodi di violenza delle ultime settimane. I rappresentanti degli organismi dovrebbero essere nel Paese centroamericano nei primi giorni di luglio. L’invito era stato concordato venerdì scorso dal tavolo del Dialogo nazionale, ma il Governo fino a ieri non aveva dato seguito a quanto stabilito, provocando, unitamente ai nuovi fatti di violenza, la nuova sospensione del Dialogo.
L’altro ieri, infatti, milizie filogovernative avevano sferrato un duro attacco alla città di Masaya, culla della rivoluzione sandinista, che si era dichiarata in stato di ribellione. Le forze paramilitari sono entrate in città e, secondo i testimoni, hanno iniziato a sparare con l’intenzione di uccidere. Sei le vittime della drammatica giornata, tra cui un bambino. Nel frattempo anche la città di León è in stato di aperta ribellione.
Il quotidiano nicaraguense indipendente “La Prensa” ha riferito una dichiarazione di mons. Abelardo Mata, vescovo di Estelí, segretario generale e portavoce della Conferenza episcopale nicaraguense. “Non si può andare avanti così. Non si può uccidere un intero popolo”. Oggi, dalle 9 alle 12 (ora locale) nella cattedrale di Managua, si terrà una preghiera con adorazione eucaristica per il Paese.

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