Maturità 2018: Porro (Univ. Cattolica), “Aristotele? Tutt’altro che amico (per gli studenti)”

“Aristotele? Tutt’altro che amico (per gli studenti)”. Antonietta Porro, docente di lingua e letteratura greca alla facoltà di lettere e filosofia di Milano, analizza il passo tratto dall’Etica Nicomachea che il Miur ha scelto per la prova di greco, che ha visto impegnati oggi migliaia di maturandi dei licei classici di tutta Italia. “Un passo interessante, sul piano tematico – sottolinea Porro –: parla del valore dell’amicizia, della sua necessità in tutte le fasi della vita, della sua natura di legame tra gli individui ma anche tra le ‘città’, cioè tra le realtà politiche. Ci sono, nel testo, anche alcuni passaggi che meriterebbero un approfondimento sul piano etico: sarebbe stato bello che gli studenti lo avessero letto in classe, sotto la guida dell’insegnante”. Un brano che, sul versante della traduzione, ha presentato alcune criticità. “Si dovrà ammettere – afferma Porro – che questo passo non è facile, anche se potrà consentire agli studenti migliori di dare buona prova di sé. Aristotele è quasi sempre autore arduo da interpretare, per la qualità dei concetti espressi e per il suo argomentare stringente, e soprattutto per l’insidia determinata dal carattere della sua prosa, che procede spesso per giustapposizioni di concetti e non di rado è connotata, anche sul piano sintattico, da costruzioni non lineari. Il passo che gli studenti del classico si trovano a tradurre non è esente da qualche problema di questo tipo”.
In sostanza Antonietta Porro avrebbe preferito una scelta diversa. “Personalmente credo si sarebbe potuta fare una scelta migliore – commenta –. Una prova d’esame deve presentare un grado di difficoltà medio, perché si possa verificare che l’obiettivo delle conoscenze linguistiche conseguibili a livello liceale sia stato effettivamente raggiunto. Mi aspetto – con non pochi timori – che i detrattori della traduzione come prova d’esame approfittino per sciogliere ancora una volta la campana che suona: ‘la versione è una prova superata’. E invece sarebbe una prova straordinariamente efficace, se solo si scegliesse il passo da sottoporre agli esaminandi con l’accortezza necessaria”.

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