Grecia: padre Gregory (Custodia Terra Santa), “arrivo rifugiati continua. Molti sono bambini”

“Negli ultimi tempi non abbiamo sentito molto parlare dei rifugiati che continuano ad affrontare il pericoloso tragitto dalla Turchia alle Isole greche del Dodecaneso, quasi fosse un fenomeno dimenticato. Ma credetemi, continuano ad arrivare: siriani, iracheni, iraniani, afgani, curdi ed altri ancora. Tra di loro ci sono molti bambini”. Comincia così la lettera scritta da padre John Luke Gregory, delegato del Custode di Terra Santa per Rodi, Coo e Lero. E proprio a Lero lo scorso 26 maggio, è giunto in visita l’Ambasciatore d’Italia, Luigi Efisio Marras, per deporre una corona sulla lapide eretta in memoria dei molti soldati caduti per la loro patria, ma anche per inaugurare il nuovo Centro culturale italiano. Nel testo, diffuso dalla Custodia di Terra Santa, il francescano racconta il suo incontro, a Lero, con alcuni di questi bambini mentre aspettava l’inizio della cerimonia: “ero seduto su una panchina e due bambini si sono avvicinati e mi hanno chiesto in arabo se fossi l’Imam. Ho sorriso rispondendo in arabo che in realtà ero il prete cattolico. Volevano sapere tutto su questo e cosa fossero le grosse perle (la corona francescana) che indossavo, cosa fosse la croce sospesa tra queste perle e chi fosse appeso sulla croce. La notizia che parlavo un po’ di arabo si è diffusa subito e, in pochi minuti, siamo stati circondati dai tanti bambini, tutti molto felici di condividere le loro storie, presentarci i loro fratelli, sorelle, madri e padri (quelli che li avevano)”. “I bambini – prosegue nel suo racconto padre Gregory – rimangono sempre bambini.  Nonostante gli orrori del passato, le scene orribili che hanno visto e vissuto nelle loro brevi vite, sono facilmente dimenticate nella gioia del momento, in buona compagnia e sotto un bel sole”. Poi un gesto: “il padre di uno dei bambini ha dato alcune monete per comprare biscotti e lo hanno fatto subito. Per me non è stata una sorpresa vederli aprire i loro preziosi biscotti e offrirli a tutti i presenti, sapendo l’importanza dell’ospitalità mediorientale e il loro naturale bisogno di condividere. Ero così commosso da questo gesto generoso e spontaneo, questa nobile espressione del dare è parte del loro dna. Hanno così poco, eppure quel poco lo offrono agli altri, automaticamente”. “Ho pensato a questo gesto – conclude il religioso –. Che esempio sono questi bambini! Sono certo che avrebbero molto da insegnare agli uomini più ricchi di questo mondo. Come suonano vere quelle parole di nostro Signore: ‘Non impedite ai piccoli di venire a me perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio!’”.

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