Grecia: dramma nel campo di Tebe. Iacomini (Unicef Italia), “non si può morire in una fogna, quella bambina non doveva essere lì”

“Due giorni fa, in un campo profughi di Tebe, una bambina di soli 4 anni ha perso la vita dopo essere caduta in una fogna per motivi ancora da accertare”. Lo denuncia Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia. “Il campo – racconta Iacomini – è un open accomodation site gestito dal governo greco e, secondo quanto ci dicono i nostri operatori, che lì gestiscono un child friendly space, la tensione a seguito del ritrovamento della bambina è cresciuta incredibilmente tra i profughi”. Il portavoce di Unicef Italia precisa che “la buca in cui è stata ritrovata la bambina era recintata, eppure lei ci è finita lo stesso. La verità è che nessun bambino di 4 anni dovrebbe vivere così. Lei non doveva essere lì, non solo in quel luogo, ma in quel campo. Questi bambini, insieme alle loro famiglie, restano mesi o anni in attesa che vengano riconosciuti i loro diritti, in attesa di ottenere uno status e iniziare a ricostruirsi una vita. Sono bloccati in un’Europa che non li accoglie, li costringe lì”. La piccola proveniva dall’Iraq. “Era già sfuggita alla guerra e superato un tragitto difficile, per poi ritrovarsi come tanti altri bambini in un campo – aggiunge Iacomini –. Ha perso la vita come i tanti afghani schiacciati dai mezzi pesanti, i tanti siriani morti sulla rotta balcanica: in cerca di aiuto”. “Inutile a dirsi – conclude amaramente il portavoce di Unicef Italia – siamo noi i primi responsabili di queste tragedie: l’Italia e l’Europa che non vuole soccorrere chi annega nel mare, come può preoccuparsi di una bimba annegata in una fogna?”.

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