Rifugiati: Ahmed (Festival Europa solidale), “l’integrazione è possibile. Dateci la parola, insieme possiamo costruire un mondo nuovo”

“Dateci la parola, dateci la possibilità di fare un racconto diverso, di dire anche le cose belle che facciamo per il Paese che ci ha accolto. Ora siamo cittadini europei. L’integrazione è possibile”. A parlare è Abdullahi Ahmed, ideatore del festival dell’Europa solidale e del Mediterraneo, intervenuto alla presentazione oggi a Roma, presso l’Associazione stampa estera, del rapporto statistico Unhcr “Global Trends 2017” diffuso ieri alla vigilia dell’odierna Giornata mondiale del rifugiato. Abdullahi, somalo, 29 anni, è arrivato nel 2008 a Settimo Torinese in fuga dal suo Paese in guerra da 30 anni. “Il tema – chiarisce – non è accoglienza sì, accoglienza no, bensì in che modo può essere accolta e inclusa integrata una persona”. Di qui la sua testimonianza: “Arrivato in Italia a 19 anni da solo, senza parlare la lingua e senza conoscere nessuno, sono stato accolto dal Comune e dai cittadini di Settimo Torinese, chiamato per nome, non considerato un numero. Mi sono dato subito degli obiettivi, ed è così anche per i rifugiati attualmente ospiti nei centri di accoglienza. Hanno obiettivi ma hanno bisogno di essere accompagnati”. “Noi dobbiamo impegnarci – dice – ma bisogna essere in due. I politici devono dare risposte”. Per “ricambiare” l’accoglienza ricevuta, Abdullahi ha chiesto di fare per un anno il servizio civile. “Ora sono cittadino italiano ed europeo. Noi siamo una generazione forte, in Europa abbiamo trovato un luogo di riscatto e opportunità. Oggi so cosa vuol dire vivere in pace, insieme ai miei fratelli rifugiati possiamo costruire un mondo nuovo”, ha concluso richiamando il manifesto di Ventotene.

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