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Papa Francesco al Wcc: fr. Alois (Taizé), “i cristiani perdono credibilità quando parlano di un Dio dell’amore rimanendo separati”

“I cristiani perdono credibilità quando parlano di un Dio dell’amore rimanendo separati. Un tempo, nel nome della verità del Vangelo, i cristiani si sono divisi. Oggi, nel nome della verità del Vangelo, è essenziale che si riconcilino. Possa l’incontro di Ginevra invitare tutti i cristiani a costruire, insieme ad altri, una civiltà fondata sulla fiducia”. È quanto scrive frère Alois, priore della comunità ecumenica Taizé, su “La Tribune de Genève”, in un articolo dedicato alla visita di Papa Francesco al Consiglio ecumenico delle Chiese che apparirà domani sul giornale e che è stato anticipato oggi al Sir. Fr. Alois, che sarà a Ginevra, definisce il “pellegrinaggio ecumenico” di Papa Francesco “una pietra miliare che segnerà il cammino dell’unità dei cristiani” e ricorda che i fondatori sia del Consiglio ecumenico sia della comunità di Taizé “erano animati dalla stessa passione per l’unità. Avevano la visione, per le Chiese separate, di una nuova tappa da compiere, una tappa di comunione e fraternità tra cristiani, in vista della pace sulla terra al di là del conflitto che aveva lacerato il mondo”. Anche Papa Francesco, sin dall’inizio del suo ministero, non risparmia i suoi sforzi per rianimare il desiderio di unità e la sua visita a Ginevra “potrebbe aiutare i cristiani a interrogarsi su alcuni punti”. Fr. Alois lancia quindi alcuni spunti: come possono le differenze “diventare un arricchimento reciproco?”; “come fare perché il rispetto di una sana diversità non alteri mai le dinamiche dell’unità?”. E ancora: “In molte parti del mondo, le nazionalità, l’affermazione delle identità, sembrano oggi prevalere sul senso di appartenenza alla stessa famiglia umana. Con la loro unità che supera i confini, i cristiani arriverebbero a dimostrare che tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri?”. Taizé invita le Chiese a trovare, oltre alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, “altre opportunità” per “pregare insieme e vivere una condivisione”. E conclude: “Facciamo tutto ciò che è possibile insieme”.

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