Papa Francesco: Angelus, “l’autenticità della missione della Chiesa non è data dal successo o dalla gratificazione dei risultati”

“A volte la storia, con le sue vicende e i suoi protagonisti, sembra andare in senso contrario al disegno del Padre celeste, che vuole per tutti i suoi figli la giustizia, la fraternità, la pace. Ma noi siamo chiamati a vivere questi periodi come stagioni di prova, di speranza e di attesa vigile del raccolto”. Lo ha detto il Papa, nell’Angelus di ieri, a cui – secondo la Gendarmeria vaticana – hanno partecipato 15mila persone. “Ieri come oggi, il Regno di Dio cresce nel mondo in modo misterioso, in modo sorprendente, svelando la potenza nascosta del piccolo seme, la sua vitalità vittoriosa”, ha spiegato Francesco: “Dentro le pieghe di vicende personali e sociali che a volte sembrano segnare il naufragio della speranza, occorre rimanere fiduciosi nell’agire sommesso ma potente di Dio. Per questo, nei momenti di buio e di difficoltà noi non dobbiamo abbatterci, ma rimanere ancorati alla fedeltà di Dio, alla sua presenza che sempre salva”. “Non è facile per noi entrare in questa logica della imprevedibilità di Dio e accettarla nella nostra vita”, ha ammesso il Papa: “Ma oggi il Signore ci esorta a un atteggiamento di fede che supera i nostri progetti, i nostri calcoli, le nostre previsioni. Dio è sempre il Dio delle sorprese. Il Signore sempre ci sorprende”. Di qui la necessità di “aprirci con più generosità ai piani di Dio, sia sul piano personale che su quello comunitario”, partendo dalla consapevolezza che “l’autenticità della missione della Chiesa non è data dal successo o dalla gratificazione dei risultati, ma dall’andare avanti con il coraggio della fiducia e l’umiltà dell’abbandono in Dio”.

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