Biblioteche ecclesiastiche: Papavoine (Beth), “lavorare in rete per renderle sempre più efficienti”

“Favorire la cooperazione tra i membri e servire i loro interessi a livello internazionale. Più in generale, contribuire alla salute delle biblioteche teologiche, incluse quelle che non sono membri delle associazioni aderenti alla rete Beth (Bibliotheques Europeennes de Theologie), soprattutto se si trovano in paesi remoti e in via di sviluppo”. A delineare gli obiettivi del network ecumenico delle biblioteche teologiche europee è Marian Papavoine, nel suo intervento alla seconda e ultima giornata del convegno romano “Professionalità e carità intellettuale: quarant’anni di Abei (1978 – 2018)” promosso dall’Associazione bibliotecari ecclesiastici italiani nel 40° di fondazione. Beth, spiega, ha una lunga collaborazione con l’American Theological Library Association (Atla). “Sono orgogliosa di essere una bibliotecaria di teologia e di incontrare una volta all’anno i colleghi Beth che condividono molto del mio lavoro e delle mie stesse sfide – aggiunge -. Sfide che diventano sempre più le stesse, indipendentemente dal proprio paese di provenienza, e questo vale tanto per le biblioteche universitarie quanto per le biblioteche ecclesiastiche e per quelle più piccole. Con il nostro lavoro speriamo di rendere più semplice quello di professori, insegnanti e studenti fornendo contenuti come libri, articoli, bibliografie, testi online. Troviamo e acquisiamo contenuti che i nostri utenti possono utilizzare”. Internet e la digitalizzazione di libri e articoli “rendono disponibili più contenuti, ma al tempo stesso rendono più difficile trovare il contenuto giusto”. Papavoine sottolinea l’importanza della rete: “La biblioteconomia diventa sempre più internazionale e possiamo rendere il nostro lavoro più efficiente lavorando insieme”, e annuncia che il prossimo incontro Beth si terrà dal 9 al 12 settembre a Norimberga.

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