Migranti: card. Parolin, “c’è dimensione di umanità che nessuno può permettersi di ignorare”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

La collaborazione multilaterale tra gli Stati sul tema delle migrazioni va “accresciuta e migliorata per affrontare in modo adeguato le sfide della nostra epoca”.  Anche se “la sfiducia” provoca spesso “politiche emergenziali, c’è una dimensione di umanità che nessuno può permettersi di ignorare”: lo ha affermato oggi il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, nel suo intervento al Colloquio  Santa Sede – Messico sulla migrazione internazionale in corso alla Casina Pio IV in Vaticano, promosso dalla Segreteria per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato e dall’Ambasciata del Messico presso la Santa Sede. “Nuove sfide sempre molto pregnanti e complesse caratterizzano il fenomeno migratorio – ha osservato – mentre tante domande rimangono senza risposta”. Il card. Parolin ha auspicato che si sostituisca la “logica dell’indifferenza” con “la globalizzazione della solidarietà”, anche grazie al processo in corso a New York per un Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare. “Si tratta di un compito difficile – ha ammesso – considerando che il clima internazionale è cambiato rispetto al 2016, a causa della mancanza di disponibilità di molti Paesi a conciliare le giuste istanze di sovranità nazionale con la necessità di dare risposte a chi è costretto ad abbandonare il proprio Paese”. Le migrazioni, ha proseguito, “interrogano tutti per i problemi politici, sociali e religiosi che implicano” ma “cresce la tendenza ad adottare agende politiche che si oppongono all’arrivo di migranti”.  La questione migratoria richiede perciò “un forte impegno politico e umanitario per mantenere gli obblighi accettati a livello internazionale”. La Santa Sede, ha precisato, “non vuole interferire sulle decisioni degli Stati ma ricordare che i principi di umanità e fraternità sono gli unici che garantiscono una armoniosa vita di relazione. Ignorarli porta ad una regressione dei principi stabiliti dalla comunità internazionale e mina la coesione sociale”. Il card. Parolin ha ricordato anche l’importanza di garantire “il diritto a restare nella propria terra, altrimenti è necessaria la collaborazione di tutti durante il processo migratorio”. “C’è una base a cui tutti hanno diritto – ha sottolineato – fondata sul rispetto dei diritti umani e fondamentali: accesso alla salute, educazione, giustizia e cibo a sufficienza in tutti i Paesi di transito, arrivo e rimpatrio”. Il successo del futuro Patto globale sulla migrazione “anche se non sarà vincolante”, ha detto, “dipenderà dal buon uso che se ne farà”. La Santa Sede auspica dunque “una migrazione più sicura, mirata, responsabile”. “I migranti sono prima di tutto persone che non aspirano ad altro che a poter vivere in dignità”, ha concluso.

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